mercoledì 29 dicembre 2010

L'ansia del nulla

Nel silenzio della notte
ritrovo le mie impossibilità
l'ansia del nulla che
ritorna come un vago senso
e tormenta l'anima
che si fa rapace in volo
sfoglio i petali di un sogno
come fossero infinite vie
e subito ne voglio un altro
che lenisca dal male
che non lasci posto ai fantasmi
di cui è pieno il buio
Cerco tra le pieghe della pelle
un nuovo giorno che
non porti in bocca
il solito sapore amaro
fiele di ogni fine che
inizia dal principio
Nessuna stella in cielo
nè una luna complice
solo l'assenza di spazio
cassa di risonanza al dolore
così trafitto e antico
da sgretolare nomi
e intenzioni mancate
Allora chiudo gli occhi
lentamente dimentico
perdendomi in ciò che ero
e che sarò di nuovo
domani

I miei ciottoli

Colleziono ciottoli
e li metto lì
li guardo
mentre si animano
a volte lacrime
come una carezza
altre grida
di chi non ha voce
diventano quello
che voglio siano
così carnali
così autentici
Sono passi ora
che si avvicinano
e stanchi riposano
al mio fianco
E poi giorni sfogliati
pagine di libri
canzoni demodeè
persone incontrate
Ognuno di loro
è un piccolo pezzo
di vita
la mia, la tua
E grazie a loro
io vivo
....le mie parole

martedì 28 dicembre 2010

Re Mida

Piccoli sassi
da raccogliere
da custodire
e gelosamente
conservare
Sono gli incontri
dove ti imbatti
e inevitabilmente
capita così
tuo malgrado
scivoli dentro
nella stupidità
tutta umana
di usare e consumare
tutto e tutti
Senza salvare niente
mordendo
mentendo
millantando
odiando
Siamo Re Mida
al contrario
in questi giorni
così distorti
dove le assonanze
si fanno assurde
stonature
che perdono
ogni possibile
senso

domenica 26 dicembre 2010

Quel pezzo di cielo

Ho bisogno del caldo
per vivere ad occhi aperti
per respirare libera
senza nessuna costrizione
che immobilizza
e ferma il gesto sul nascere
blocca l'articolazione
così incapace
Ho bisogno di mare
spume salate e dolci
nel loro continuo
andare e venire
accarezzando la sabbia
e lambendo la terra
che mai s'asciuga
e resta molle e umida
Ho bisogno di occhi
capaci di guardare
sapienti osservatori
dell'altrui che vaga
senza requie nè sosta
senza nessun tempo
che scivola nella clessidra
una pausa dopo l'altra
Come impronte
lasciate sulla riva
orme di storie che
chiedono una voce
ma saranno cancellate
dall'acqua di passaggio
E di quel pezzo di cielo
che sempre manca...

giovedì 23 dicembre 2010

Un improbabile orizzonte

Non possediamo niente
qui nella pioggia
che trascina via
in un gemito
i colori delle cose
E questo vano vorticare
di ogni giorno
verso aneliti scomposti
sembra far battere il cuore
Ma è solo un istante
che si ricopre di fango
rotolando con le gocce
Come foglie bagnate
che si accasciano
più grevi della terra
o di una stella
caduta invano
Portare i propri passi
stanchi e pesanti
in un altrove che va
oltre ogni noto possibile
quasi fosse l'inerzia
e muoverli
Fino ad arrivare
ad un orizzonte
improbabile
quanto distante

martedì 21 dicembre 2010

L'antico suono

Ho cambiato tutto
numeri e codici
che aprivano segreti
I colori delle cose
e i suoni suonati
i ricami sui tessuti
Ma non ho imparato
a difendere me stessa
da chi ride beffardo
e mi lascia un sogno
stracciato tra i denti
Solo perchè
non so dire no
mi ritrovo sul filo
poco sano il precario
equilibrio
E vorrei spegnere
quella luce
che non illumina
troppo fioco il sentimento
di chi dovrebbe
proteggere e scaldare
Mi affido allora
ad un suono antico
che affonda nel tempo
di remote saggezze
e lascio alla vibrazione
il mio corpo
che non risponde
perchè più non vuole
sentire

domenica 19 dicembre 2010

Come un tango

Sgorgano come
acqua di fontana
che zampilla
un personaggio
dopo l'altro
Questo è ciò
che voglio
non la pietra dura
di chi suppone
e non ascolta
di chi sfoga una
rabbia malcelata
e non sa cosa vuole
non pensa mai
a chi ha di fronte
Stanca la mente
si distende
tra parole piane
non sdrucciole
Come un tango
recupera energia
nel centro dell'essere
e più non vuole
giochi distorti
Per favore
lasciatemi qui
chiedo solo un attimo
per poter riposare

martedì 14 dicembre 2010

Un mazzo di sillabe rosse

a Claudia



Scarta piano
e godi il momento
come fosse un nodo
che si scioglie
Io creo forme
e tu ti ci specchi
contenendo quello
che ti urla dentro
Ma quel buco
una voragine
trapassata dal vento
la sentiamo tutti
come fossimo fratelli
E se le mie parole
possono lenire
la tua risata
così profonda
così carnale
spazza via l'inverno
Perchè solo chi
ha un cuore grande
è capace così
di sentire
scaldare dal freddo
e rinascere
Per te
questo mazzo
di sillabe rosse
come rose adagiate
su un prato
e se fossero luci
farebbero del buio
uno splendido giorno

lunedì 13 dicembre 2010

Non era incanto

Hai imposto ogni cosa
e io ti ho lasciato fare
dimenticando tutto quello che
avevo imparato
Non era incanto
la catena che legava
il mio sentire distratto
il mio morire lento
Diventare una cosa
tra tante altre...
Quando il sipario cala
sulla recita di una vita
il risveglio si fa violento
e ti accorgi di giorni
che non erano i tuoi
scelti per te da altri
Il cambiamento arriva
dal gesto che fai
ma l'emozione rimane
nel lento lavorio
che solo il tempo
saprà asciugare

sabato 11 dicembre 2010

Parole strozzate

Perchè avevo parole

strozzate nel cuore

che non trovavano

posto adatto a loro

Profondamente dormivo

in un bosco stregato

fatto di cemento

arido come la sabbia

che non è bagnata

da pioggia

o dall'acqua di mare

Nel dolore acuto

ho aperto piano

il vaso di Pandora

e lacrime amare

scendevano giù

sciogliendo il cappio

dove le sillabe

giacevano inermi

Poi la tempesta

ha riportato a galla

bottiglie di naufraghi

disperati messaggi

Potente come l'onda

è esplosa

la mia scrittura

anomala corrente

che tutto pervade

lunedì 6 dicembre 2010

Mentre dormi

E mentre tu dormi
io arrivo piano
con passo leggero
e spio tra le rughe
del tuo volto stanco
per scoprire i tuoi sogni
Vorrei baciarti
e stringere forte a me
quel pensiero oscuro
che si posa appena
tra le tue ciglia
Svelare i desideri
e la tua forza che
fa la mia energia
Trovare un modo
per catturare il tuo
luminoso sorriso
e farlo mio
per sempre

La conta dei giorni

Un vago senso
di delusione
allunga le dita
scheletriche
sui fallimenti
La conta dei giorni
è come un pallottoliere
pieno di colori
che non riescono
a stare insieme
Guardo con tristezza
chi non ha vergogna
nel parlare a vanvera
Mentre le mie
amate parole
vengono abusate
e svuotate d'ogni
significato
senza più avere
semantica o logica
sintassi appropriata
Diventano artigli
per intrappolare menti
merce di scambio
senza respiro
senza più anima
senza nessun valore

domenica 5 dicembre 2010

Mi ubriaco di te

Mi ubriaco di te
e ancora vorrei stringere
quello che è già andato
nel buio delle notte
i tuoi silenzi
cancellati dalla foga
di un desiderio inarticolato
Mi ubriaco di te
e ancora vorrei restare
come per partire
fermando il tempo
sabbia di clessidra
che scorre veloce
Mi ubriaco di te
come un colpo di spugna
alla paura che si fa dubbio
la lascerò al mattino
al momento in cui
sarà ora di andare
Mi ubriaco di te
e non mi importa
se fuori il ghiaccio
è freddo e scivoloso
non voglio pensare
ma solo berti
sorso dopo sorso
fino a dissetarmi
per i secoli a venire

venerdì 3 dicembre 2010

Andare via

Ci sono giorni in cui
leccarsi le ferite
bui e opachi
come cristalli abbandonati
induriti dal tempo
che non ti degna
di uno sguardo
Giorni in cui non vedi
oltre quello che c'è
e non ti lasci andare
Sì, cogli l'attimo
ma quello passa
e non ti basta
Giorni in cui scappare
molto più lontano
di quanto immagini
dove solo il silenzio
ti può raggiungere
Giorni in cui sopravvivere
alle stranezze distorte
di un mondo assente
incapace di ascoltare
il solo battito di un cuore

mercoledì 1 dicembre 2010

Per un nobile amico

Nobile non di nascita
ma nelle movenze
e nelle parole che usi
nei gesti gentili
che paiono carezze
leggere di vento
E' lo sguardo
quello che fa tutto
e il tuo la dice lunga
sulle isole che sogni
sulle libertà negate
sulle utopie cercate
sugli errori mal celati
Gli attimi che vorresti
forme sinuose
d'un desiderio di luce
in paesi lontani
e occhi capaci di
scaldarti il cuore
Tutto diventa poesia
anche tu
basta saperlo sentire...

martedì 30 novembre 2010

Inafferrabile e struggente

Non posso stare ferma
devo seguire le note
e i diversi strumenti
che disegnano paesaggi
facendo sognare
la mia pelle che
si increspa in un sussurro
Fiumi di farfalle
volano nella mente
e una pausa
a questo spazio-tempo
sempre caotico
mi ferma la mano
che stava per posarsi
su un'ala spezzata
Riascolto quel piano
che si trasforma
in clavicembalo
e immagino, vedo
le cascate di una voce
così inafferrabile
e così struggente
da riempirmi gli occhi

Quel veleno

Una al giorno
piccole pillole
da ingoiare
amare come il fiele
Così hai nutrito
i nostri giorni
Volevi portarmi
lo strazio di
una mente
che vaga altrove
Il dolore che
ti lacera le viscere
passo a passo
in un calcolo perfetto
E anche oggi
ci riprovi
insinuando dubbi
e ricattando
Perchè quel veleno
ce l'hai dentro
e lo sputi fuori
Ma ho comprato
un grande ombrello
che mi ripara
dalla tua pioggia
scura e opaca
Non sento più
non vedo più
ho allontanato
le parole distorte
e una logica
assurda
che non è mai
stata la mia

lunedì 29 novembre 2010

Una porta aperta

C'è la rabbia che urla
e che si fa sentire
ti macera dentro
per l'impotenza totale
di fronte a chi
mai contento
ti assilla di violenze
Non c'è legge che tenga
alla superficialità
di chi non sa bene
cosa sta dicendo
E quando la ruota
compierà il suo corso
e girando colpirà
chi ha colpito
rimarranno solo
mozzicconi di giorni
e tristezze infinite
Gli occhi appannati
si solleveranno piano
richiudendosi subito
in un sogno spezzato
E quel girare inutile
è un vano movimento
perchè tutte le donne
sono solo da amare
ma per quanto rifuggono
ogni cattiveria
vengono sempre raggiunte
per una porta troppo aperta

Voci

Ci sono voci
talmente profonde
da entrarti dentro
E lì rimangono
scavano
con una vibrazione
unica e totale
Come fossero
un movimento perfetto
una radice secolare
che nulla attende
se non le dita
capaci di schiuderla
Vivono di buio
ma sanno portare luce
come qualcuno che
tornato da molto lontano
ti scalda il cuore
con un abbraccio
e fa del tempo
una pausa
mentre il mondo intorno
continua a girare...

venerdì 26 novembre 2010

E' che...

Andando in cerca di te
sono inciampata
in preziose pietre che
mi hanno portato oltre
mi hanno parlato
di libri e storie
di magiche parole
che mi sono rimaste
scolpite dentro
Persone come fogli
da girare lentamente
da ascoltare
Da te sono partita
e ho viaggiato tanto
memore di un sogno
che solo ora
diventa mio per sempre
come una gemma
che respira e riluce
La mia anima
indomita e ribelle
cammina nel mondo
spruzzando qua e là
autentici pensieri
bianche note
che solfeggiano
in attimi distratti
forse scomposti
ma liberi

Toccami ancora

Languide movenze
carezze dell'anima
di una mano leggera
che arriva giù
nelle profondità
dove giacciono
pensieri oscuri
che vibrano di luce
e vorrebbero volare
Toccami ancora
e senti il respiro
della mia pelle
Ricordi il mare?
E quelle parole
tra le onde salate
Non dimenticare
la brezza dei giorni
e le nuvole serene
che correvano
perdendo fiato
Riportami lì
dove siamo stati
e dove saremo ancora
in un abbraccio
un unico sospiro

giovedì 25 novembre 2010

25 novembre e non solo

La violenza
ha il colore del sangue
buio e denso
esplode in un attimo
e spezza di netto i rami
di intere vite
senza chiedere
senza un perchè
Ti rimane appiccicata
come seconda pelle
e non esiste niente
che ti faccia chiudere
gli occhi sulle ferite
Dimenticare
il dolore tuo
e di altri
non è possibile
se una persona
è capace di tanto
E quelle peggiori
si portano addosso
una faccia d'angelo...

Io e le mie sorelle

Ho scritto cose
che definirei scontate
ma non abbastanza
evidentemente
se ogni giorno
un fiore viene calpestato
una donna viene
maltrattata, violata
Non esiste Dna
che possa subire
sempre e comunque
ogni tipo di violenza
Vorrei avere
un urlo potente
e con la capacità
che il suono ha
rompere questa catena
che si fa spirale
nel piccolo
e nel grande
Superare il luogo comune
che ci vuole rivali
per amore e per forza
vittime e carnefici
di qualcosa non richiesto
Del tunnel buio
dove ci hanno relegato
E che diventa pozzo
per ognuna di noi
che ha versato
una lacrima invano

mercoledì 24 novembre 2010

Scrittori

a Gianluca


Paglia intrecciata
per una sedia
luminosa di idee
E tutte quelle parole
pensate
meditate
raccolte e scritte
sul volto stanco
I contrasti evidenti
della vita
luce-buio di giorni
passati e presenti
E tutto quello che
ancora
abbiamo da dire...

Hai acceso la luce

Credevo tante cose
e non credevo più
in giorni appiattiti
e contratti
Poi, le tue mani
hanno raccolto
tutte le lacrime
e con pennelli solari
tuffandoti in me
hai acceso la luce
mostrandomi uno specchio
dove non ero più
semplice riflesso
Come tempo prima
era successo
ma troppo breve
era durato il sogno
perchè io potessi vedermi
Hai preso una coperta
per scaldarmi
dal freddo di una vita
Con preziosi unguenti
hai lenito dolori
e sei rimasto
quando io volevo andare
Scosti le tende stanche
e ti siedi
per catturare i miei capricci
Nonostante tutto
nonostante il dubbio
contempli la mia foto
come fossi lì
e sorridi
come solo l'amore sa fare

martedì 23 novembre 2010

Una lacrima dal cielo

Il sole che squarcia le nubi
mentre le gocce di pioggia
si ritirano altrove
lasciando spazio
ad una giusta
pausa di silenzio
da ogni discorso
da ogni parola
sopra e sotto le righe
di questi giorni
frettolosi e vocianti
Una parentesi
di note per poter
finalmente riposare...
Come siamo
fragili...

Ricordi in gocce

Questa nebbia liquida
entra nella mente
e i pensieri si fanno
vaghi e leggeri
Come un tempo
tutti in gruppo
alle colonne di San Lorenzo
stringevamo tra i denti
sogni per cambiare
il mondo e noi
E poi la vita
nei diversi percorsi
e una risata allegra
non basta più
Piazza Vetra
ci accoglieva
nelle proteste
ormai andate
perse nel vento
Chissà se un giorno
ci ritroveremo
i capelli bianchi
qualche ruga
posata intorno al viso
e il sorriso un po' spento
Ma negli occhi
tutto il vissuto e il visto
e l'identica voglia
di viaggiare altrove

lunedì 22 novembre 2010

Linguaggi

La voce è come l'anima
a volte si trova nelle
profondità del buio
ed è difficile
tirarla fuori
a volte invece è lei
che non vuole uscire
quasi temesse la luce
Ma ci sono le mani
che raccontano
bellissime storie
e i gesti che parlano
soavi come sogni
Gli occhi poi
sono incapaci di tacere
e dicono di tutto
basta saperli ascoltare
basta saperli guardare
Perchè sono esattamente
come la voce
un filo diretto
con l'anima muta

domenica 21 novembre 2010

Uno spruzzo di note

a Marco



E' come una carezza
quest'emozione
di cui mi fai regalo
con uno spruzzo
di note armoniche
che sono canzone
La vibrazione
della voce arriva
diretta al cuore
e lì rimane
Si è fratelli
non di nascita
ma quando le cose
e gli eventi
ti fanno
riconoscere
come animi simili
che vivono degli
stessi voli pindarici
delle stesse stelle
cadute
nei desideri che mai
vengono esauditi
E ci si specchia
a volte
prendendosi per mano

venerdì 19 novembre 2010

Una finestra aperta

Un gesto che sa
di pensiero andato
una calligrafia
e quel cassetto che
inaspettatamente
si apre
mostrando ciò che era
Racconti piano
e ti accorgi che
non si può scappare
dai messaggi distorti
dai tormenti continui
No, non succederà
non ti lascerà
mai in pace
non veramente
Mentre chiudi la porta
rifletti sul non sense
sull'illogico modo
di sporcare ogni cosa
Ma l'aria fredda
ti sorprende
entrando di soppiatto
da una finestra
lasciata aperta

mercoledì 17 novembre 2010

La tua anima

Completamente persa
nella tua anima
cerco di pizzicare corde
come fosse un'arpa
per riportare il suono
ad armonica melodia
Cerco per te il buio
dove potresti essere
e sfoglio ogni piega
di ciò che sei
La strada che
correva veloce
come il decollo
che ti scopriva
a cantare piano
con un sorriso pieno
Pastosi colori
esplodono sui muri
come fuochi d'artificio
in festa
L'interruzione
spazio-temporale dove
solo noi ci conteniamo
riconoscendo quella bolla
che è puro incontro
Innamorata pazza
della tua anima
che sonnecchia silenziosa
mi tuffo in lei
aspettando paziente
il suo risveglio
che arriverà a me
come un'idea
spruzzata di cielo e di stelle

Qualcosa di te

C'è qualcosa di te
che mi manca
forse la penombra
dove il tocco
intrecciava legami
o quel sorriso
luce del giorno
dove ogni cosa
si faceva perfetta
Sono tante cose
e non sono nulla
nel rischio rapace
di perdersi in un volo
non dimenticarlo
C'è qualcosa di te
che non ritrovo
il sapore familiare
della pelle
o l'anelito
a luoghi lontani
sperduti tra le ond
Le trasparenze uniche
di un mare capace
di evocare sogni
calamando ogni marea
da spirito ribelle

lunedì 15 novembre 2010

Tra luce e buio

La giusta dose
di penombra
quel chiaroscuro
che ti permette
di vedere
anche se sei
nel buio totale
Come un attimo
di silenzio
in cui ritrovarsi
per poi ripartire
verso l'altro
E riuscire a stare
tra tutte queste
anime disperate
che non ce la fanno
a pacificarsi
urlano vendetta
tirano pugni al vuoto
senza capire
che colpiscono solo
se stessi
e non il mondo
Tornare invece lì
nella penombra
per ritrovare e ritrovarsi
in un respiro
che dilata e calma
come fosse
un raggio di sole

domenica 14 novembre 2010

Se i fogli potessero

Un uguale momento
per uno stesso
desiderio ormai
spezzato e preso
nella catena
prigione d'ogni cosa
Lontani si fanno
i giorni in cui
un unico pensiero
aleggiava libero
già allora
così incredibile
Tutto rallenta
come fosse muto
come questa pioggia
che non smette
di insistere
E le gocce
si mettono
di traverso
per meglio colpire
le foglie degli alberi
che tristi
abbandonano a terra
ogni colore
caldo dell'autunno
Se i fogli potessero
urlare lo farebbero
ma rimangono lì
in un freddo silenzio

sabato 13 novembre 2010

Una lacrima distratta

Non c'è Dio che tenga
nè motivazione
Cambiare
per poi adattarsi
ad un modo distorto
di vivere le cose
non serve
Io non so
pensare
amare e sorridere
in un'altra maniera
E non potrei farlo
solo per non
allontanare
la mano che ancora
mi riconosce al tocco
ma più non vede
Una goccia cade
con strane evoluzioni
come fosse
una lacrima distratta
da una risposta
che non arriva mai

venerdì 12 novembre 2010

Volti e mani

Ho immaginato
e raccontato
ho scritto anche
e sognato
Forse dando per scontato
quel tocco leggero
capace di
trasformare in burro
Senza sovrapporre
ieri e oggi
strappando fogli
e respiri agli amici
Volti e mani
anime diverse
in posizioni a volte
scomposte
Immagini d'amore
si fanno ali per loro
e volano in alto
toccano le stelle
le spruzzano
tingendole d'azzurro
Che il mio ricordo
ti sia leggero
sempre...

giovedì 11 novembre 2010

Alberi

Intricati intrecci
di rami s'annodano
fin dove
la luce non arriva
Non permettono
alle dita
di penetrare oltre
il muschio buio
Si oppongono
come un muro
senza feritoie
a difesa del nulla
Scivola tutto piano
senza rumore
e si fa pianura
troppo lineare
e poco assolata
Come se
gli spazi aperti
fossero risposta
a inaspettate domande

mercoledì 10 novembre 2010

Limpido filo d'anima

Calda e molle
s'adagia la malinconia
silenziosi i suoi passi
s'attardano
verso orizzonti impossibili
E quando e dove
si potessero girare
i giorni vissuti
lo rifarei
Percorrerei di nuovo
ogni attimo
ogni gesto
ogni parola
anche non detta
Trattengo ciò che si può
di un sogno
che mi appartiene
e all'alba
apro di nuovo gli occhi
immergendomi nel flusso
Intatto il ricordo
viene via con me
senza nessuna crepa
che ne scalfisca
l'odore
nè quel sapore intenso
di bosco e di more

martedì 9 novembre 2010

Quello che cambia

Le cose
che non ci sono più
non ritornano mai
velocemente ingoiate
in un buco nero
che non riesci
a strappare
Afferri il buio
e cerchi un modo
magari una canzone
per non sentire il vuoto
Le assenze diventano
come pesi
che non riesci a portare
E non sempre
si trasformano
offrendo il loro lato
migliore
Spesso spariscono
e ne rimane solo
la sfocata eco
in un ricordo
che si fa lontano

Ti cerco

Ti cerco
nella pagina del libro
che sto leggendo
sul foglio di carta
dove scrivo
In uno sguardo
capace di vedere
oltre ogni cosa
Ti cerco
nel calore del tocco
nella gentilezza
di un gesto
in una voce che
pare venire da lontano
E cerco quei passi
che si fanno distanti
recupero il filo perduto
di una matassa
che si annoda
e un po' mi frena
Ti cerco
in un sorriso spezzato
in un gemito sussurrato
tra gli arbusti
che profumano intensi
e nel buio della notte
dove i fantasmi vagano
liberi

lunedì 8 novembre 2010

Malinconie habanere




Basta un aereo
che sorvola le nuvole
o una goccia di pioggia
che cade annoiata
e lenta s'arresta sul vetro
per andare via
a quando la tua mano
mi cercava e stringeva
nella penombra dell'alba
ai giorni del sorriso
dello sguardo limpido
Mi ascoltavi
o parlavi di te
in un altro mondo possibile
Un'immagine dopo l'altra
tornano visi e colori
suoni e profumi
di quelle vie
dove camminavamo
dove forse torneremo
Perchè per ogni timido
raggio di sole
che spunta nel grigiore
vorremmo essere là
quando nasceva il noi
ancora immersi
in quel diverso cielo
dove il Moijto
è un nettare zuccherino
di baci intensi
e la brezza leggera
asciuga ogni pensiero

domenica 7 novembre 2010

L'acchiappasogni



Sono tutti lì
appiccicati al soffitto
o sparsi nel mondo
Basta allungare
lo sguardo
verso l'alto
e li puoi vedere
toccare con le dita
Desideri inespressi
aneliti lontani
a volte ricordi
I sogni parlano
sottovoce
come carezze
portate dal vento
E se la mano
cerca di afferrarli
fuggono
con un gemito
Incatturabili
dall'occhio invadente
si adagiano comodi
dove non puoi
sentirli
E da lì fremono
per diventare vivi

giovedì 28 ottobre 2010

L'arazzo

La trama di seta
è liscia al tatto
la mano si posa
e sente
filo dopo filo
gli intrecci dei nodi
gli odori muschiati
Fare per essere
e raccontare
di chi voce non ha
nulla possiede
se non lo sguardo
Le parole
sono onde del mare
come noi
che da sempre siamo
incapaci di ascoltare
e di capire
che in ogni istante
prendiamo respiro
uno dall'altro
Vaghiamo invece
anime mute
imprigionate
in un corpo
e nulla sappiamo
del sale che bacia
quelle spume di terra

martedì 26 ottobre 2010

Bella da far male

a Vinicio Capossela



Ci sono melodie
che ti entrano
s'impiantano
nell'anima
e la struggono
Note fuggenti
di amori perduti
e crepuscoli
che languono
"nel gusto amaro
del mattino"
Riascolti
e vedi le storie
di lenzuola sfatte
di parole sconnesse
Voci sussurrate
di veglie perenni
che tristi inseguono
attimi immaginati
Nel silenzio
vagano ombre
di sogni negati
echi di passi
che proprio mai
diventano ritorni

giovedì 21 ottobre 2010

Un cielo carico di stelle



Allungo la mano
nell'aria
e come fosse acqua
traccio cerchi
Mi risponde l'eco
dello zero assoluto
del vuoto negato
dell'immobile stato
Non trovo più
il tempo del dire
gli attimi discreti
di orizzonti aperti
L'aria entra tagliente
fredda si allunga
e la finestra spalancata
lascia fare
Figure buie e opache
mi parlano
senza toccarmi
e con passo triste
tornano silenziose
nel vaso di Pandora
Potessi solo
accendere la luce
o guardare un cielo
carico di stelle
Ma è così
...distante

venerdì 15 ottobre 2010

Credo

Credo
in una grande mondo
dove c'è spazio
per tutti
Credo
nel potere dell'energia
trasmissione di vita
Credo
nell'amore che parla
attraverso una pressione
Credo
nei silenzi mai vuoti
carichi di senso
Credo
nel dolore che urla
nelle sofferenze dei dimenticati
Credo
nelle frustrazioni
che fanno cattiva la gente
la trasformano
E nell'avidità
dei giochi di potere
a cui tutti mirano
per illudersi di essere
Credo in tutto questo
e anche di più
Perciò da oggi
ci sarà posto solo per chi
è davvero capace
di nutrire l'Anima

giovedì 7 ottobre 2010

Pausa di dolore

Ho bisogno di silenzio
di non sentire più
la follia del mondo
che ha avuto la meglio
Ho bisogno di parole
più che mai vere
e non del tamburo
che forte batte
sulle mie ali spente
Eppure era
la sintonia di un
solo pensiero
il gesto delicato
e le frasi
che solo sembravano
Cullerò il dolore
ma non mi attaccherò
ad un ricordo
Perchè se un sogno
si fa tale
era solo menzogna
Nessuno, mai
deve essere
un patio sul retro

domenica 3 ottobre 2010

Lorenza

Con lo sguardo verso il cielo
verso il volo....
la tua casa non può
essere diversa da te....
niente di ciò che
ti circonda
può esserlo
I capelli nel vento
con l'anelito
e il grido di libertà
che scuote
il tuo intero corpo
"Ascoltami!"
questo è
l'imperativo...
in te mi specchio sorella
vedo e rivivo dolori
lacerazioni e fulmini
di intelligenza
La forte volontà
di farcela
perchè più forte
di tutto
è lo spirito

"Genitori e figli, agitare prima dell'uso"

Io credo che ci voglia poco. Davvero lo penso. Mi chiedono dei miei figli e da cuore di mamma li definisco i miei capolavori. In realtà il motore primo è stato solo l'amore e ancora continua ad esserlo. Poi un grande rispetto fin da quando erano piccoli, piccolissimi. Non ho mai parlato loro con strane voci, ho solo semplificato il mio linguaggio ogniqualvolta mi rivolgevo a loro.

Rispetto per ogni piccolo problema o questione che forse potrebbero far sorridere, ma non è ridendo che si sentono presi in considerazione. Sono cresciuta con loro, questo ho fatto. Rsipettando i loro tempi e i loro modi, non aspettandomi proprio nulla. Tutti credono che Rodolfo suoni il violino perchè io gliel'ho imposto. Tutti pensano che io in un certo senso abbia voluto influenzarli. Rodolfo aveva 5 anni e prendeva un sasso e un bastoncino di legno e...suonava! Lo stesso per Eleonora. Liberi di scegliere, liberi di essere. Ma con regole precise, ferre direi, tanto che i nomignoli su di me si sono sprecati. C'è chi mi ha chiamato dura, rigida. Ma io sono sempre stata convinta che la vita non è mai un facile percorso e le regole in un certo senso ti danno sicurezza. Inoltre viviamo in un consesso di persone e non possiamo proprio considerarci soli. Dobbiamo rispettare gli altri se vogliamo che facciano lo stesso con noi.

Niente di dovuto per loro, se non la mia attenzione. Quella sempre, ancora oggi è sempre presente. Hanno sempre scelto da soli, gli sport da seguire, le scuole, cosa volevano studiare. A loro veniva solo chiesta una certa coerenza nella scelta fatta.

Non ho mai riso di loro, semmai ho riso con loro, cercando di sdrammatizzare le situazioni perchè è inutile aggiungere pesi alle cose. E ho condiviso, lo faccio tutt'ora, quando me lo permettono. Senza mani pesanti, ma in punta di piedi. Cerco di condividere la loro vita, nel massimo rispetto per la loro età. Ricordando ciò che ero io, cosa pensavo, cosa sognavo, alla loro età. Non per questo però, non siamo mai in contrasto, tutt'altro. Discutiamo anche e le opposizioni da parte loro sono feroci. E non sempre hanno torto.

In una parola: empatia.

Come quando erano neonati li cullavo fino a farli addormentare, perchè percepivo quel bisogno di essere abbracciati, così oggi osservo i loro silenzi e non chiedo, ma sono sempre disposta ad accoglierli. Mi danno talmente tanto! Da subito mi hanno permesso di rivivere e rinnovarmi, di aprire la mente, di osservarli. Sono cresciuta con loro insomma. E ogni giorno è una esperienza bellissima. Con loro ho seguito il mio Cuore e continuo a farlo. Credo che non ci sia nulla di pari intesità...e io ci credo ancora.

venerdì 1 ottobre 2010

Le mie farfalle




Le mie farfalle
hanno ali delicate
di cristallo
Temono la folata di vento
e il freddo
che raggela i colori
Vorrei metterle
in una teca
ben protette
ma vibrano di vita
come fossero impazzite
Non chiedono
spazi angusti
nè posizioni statiche
che arrestano
il respiro
Le lascio volare
e posarsi qua e là
per riprendere fiato
sull'umido muschio
Sorridono ignare
senza sapere
che basterebbe
un gesto scomposto
una mano pesante
per tramutare tutto
in polvere muta
portata via da un soffio

martedì 21 settembre 2010

Figli

Ma dove corri
ragazzo?
Credi che io
non sappia
dei tormenti
che ti devastano
l'anima?
Dei tuoi silenzi
e delle ottuse
opposizioni
Dei tuoi bisogni
e degli aneliti
che ad occhi distratti
possono sembrare
surreali
I tuoi giorni
sono stati i miei
e io non lo dimentico
ne colgo l'essenza
Credi che io
non abbia mai
provato
un dolore lacerante
Credi che
non ci sia vivere
in me che
non posso capire
Convinto di
conoscere
ogni piega della pelle
e le stanchezze
che solo tu sai
Non pensi mai
che dietro a ciò
che vedi
ci sia un Io
pari al tuo
che ha urli soffocati
notti insonni
cuori spezzati
e fatica del vivere
Perchè quel fuoco
che ora stai toccando
non si spegne mai
e per questo
si rimane seduti
ad aspettare
immaginando
Fino al giorno in cui
saprai
che qualcuno di te
aveva già capito
pur non dicendo niente

domenica 19 settembre 2010

Domani



Arriverà
un giorno in cui
le rughe saranno
solchi dell'anima
passaggi del tempo
andato ma mai
perduto
Arriverà
il momento che
saremo stanchi
e solo gli occhi
ricorderanno
questi momenti
così belli
così intensi
Quello che oggi
appare un limite
diventerà la luce
quella stessa
che vedo in te
che scopri in me
Arriverà l'autunno carico
di nuovi colori
e ci siederemo
tra pacifiche parole
di fronte al mare
Capaci ancora
di guardare
quell'abisso
che è in noi

venerdì 17 settembre 2010

Cose semplici così difficili






In questo periodo mi scopro a pubblicare sui miei status alcune frasi del mio maestro Franco Bottalo. In realtà molte di esse seguono il filo logico del buon senso, sono quasi banali. Sono semplici. Ma difficilissime da applicare.

Dire che il nostro sè va nel mondo e che noi dobbiamo esprimerci per realizzarlo è una cosa semplice. Ma noi cresciamo con idee precise, interiorizzate in noi come fossero radici, e generate dall'educazione e dall'interazione con l'ambiente sociale. Come se rispondessimo in realtà ad un modello di noi stessi che ci rende impossibile essere noi stessi. Abbiamo e viviamo secondo regole che crediamo nostre, ma non sempre siamo coerenti con il nostro pensiero. Come se mente e corpo stridessero in un certo senso e quindi il nostro comportamento non rispecchia le nostre idee. Sappiamo bene ciò che è giusto e sbagliato, almeno in linea teorica e secondo i nostri principi, ma poi non sempre seguiamo ciò che è giusto e ciò che non lo è. E difficilmente ci assumiamo le nostre responsabilità, come se non capissimo la verità prima che è quella che qualsiasi cosa dica o faccia ha un effetto sul mondo esterno. Di quest'ultimo sono responsabile.

Con il tempo diventiamo anche insoddisfatti perchè il nostro bisogno primario è quello di essere, ma proprio non ci riusciamo. Da qui i vari percorsi, più o meno disastrosi, più o meno di successo, raramente soddisfacenti, ma che ci fanno comunque capire la nostra radice comune.

Per questo motivo ad un certo punto, parlando di punti e canali in epoche storiche ben precise, Franco ha detto "La vita è conflitto" aggiungendo subito dopo "quanta voglia avete di vivere la vostra vita? Ovvero, quanto conflitto c'è nella vostra vita?".

Ecco, questo è il punto. Il conflitto che spesso si esprime in conflitto tra ciò che siamo e ciò che gli altri vorrebbero noi fossimo, tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo ci chiede.

Il senso di colpa è un nostro voler rimandare il problema legato ad una scelta. Abbiamo la tendenza a mettere tutto in latenza, ma una latenza che diventa anche patologica se non viene mai affrontata. Il senso di colpa diventa una specie di scusa per non fare quello che devo fare. Se io non sto bene, non sarò mai in grado di far star bene nessuno. E questo non è esattamente egoismo, ma piuttosto il contrario.

Tutto questo ragionamento, come gli assunti del mio maestro, può sembrare semplice e forse anche banale. Ma difficilissimo è farlo diventare una realtà concreta, quotidiana. Le cose semplici sono le migliori, si dice spesso. A patto che non siano difficili da realizzare, altrimenti rimangono pronunciamenti di scarso valore. Per me tutto rimane sempre a livello di Yin e Yang, Tai Chi, questo è il segreto di "un'armonia che non fa rumore" e che riesce ad esprimere sè stessa con consapevolezza, cioè con un modo adeguato.

Io posto le frasi di Franco perchè le sue lezioni mi sono state di grande aiuto in un anno piuttosto difficile della mia vita, dove la mia latenza è venuta fuori prepotentemente e senza nemmeno bussare. Mi danno ancora forza e spero possano darla ad altri, soprattutto ai miei giovani amici, a chi non si è fermato e continua a camminare lungo il sentiero già battuto, sperimentando dei fuori pista.

"L'alce solo sedeva e in una foresta deserta sorrideva".

martedì 14 settembre 2010

Esserci

"Ora ci pensi tu"
Un'eco profonda
riemerge lontana
ricordo di una frase
e tu passi
di mano in mano
come se
quello che sei
non esistesse
Un disagio percepito
annunciato e ripetuto
forse un pentimento
dove gli occhi però
non ce la fanno
a ritrovarsi
Ascolti storie
molto simili
giorni bui e sofferti
dove l'identità
si ribella indomabile
E le fai tue...
L'onda rabbiosa torna
scavalca e sale
ogni evidenza
di ciò che hai fatto
e reso possibile
Lo urli al mondo
e così ti trasformi
nel mare in tempesta
solo e furente
unico e reale
vincitore

martedì 7 settembre 2010

Lettera




Languide le note
scivolano sui profili
delle cose
Potesse la mia mano
arrivare a te
come carezza
spazzando via
l'incertezza
il dolore
la confusione
che si appoggia
sui pensieri stanchi
Potesse questa pioggia
lavare via
ogni sofferenza
ma senza gocce
fredde di paura
Solo col sale
bianco e caldo
dell'acqua di mare

martedì 31 agosto 2010

La tua voce

E' come un'onda
acqua di mare
in cui ti lasci
avvolgere
e scivolare
La tua voce
è spuma bianca
morbida e sottile
con un preciso timbro
Profonda
nel sussurro
decisa nelle parole
che raccontano
di altri luoghi
di altri tempi
Come fosse
un viaggiatore
mai stanco di errare
da un capo all'altro
del mondo
Come una fotografia
dove puoi vedere
quello che c'è
da sapere
La vibrazione
accarezza la mia pelle
con un tono delicato
In cui perdersi
per poi riemergere
proprio a riva
dove la sabbia
è calda
bagnata dal sole
che tramontando
fa rilucere
ogni marea

lunedì 30 agosto 2010

Ti avrei fatto ridere

Fermare il tempo
al preciso istante in cui
la tua mano si è posata
sulla maniglia
Aprendo quella porta
a un vento leggero
a un incrocio di rami
a un destino improbabile
a un incontro possibile
Vorrei essere capace
di inventare i giorni
e notti perenni
per far tornare
quel timbro al microfono
A Vent'anni avevi
anche tu
il mondo tra le dita
e ci giocavi
Ti vedo ancora
bambino
dalla voce grossa
mentre cammini
verso chissà dove
Ancora oggi hai
mantenuto inviolata
la capacità di
spalancare mondi
e cogliere i colori
in un paesaggio lunare
grigio e piatto
Vorrei poterti dire
e raccontarti
di cose che non sai
Inventerei per te le stelle
un cielo diverso e nuovo
dove annullare
ogni temporalità
e così cullare
ogni tuo sogno
che è rimasto intatto
scrigno segreto
di un desiderio

martedì 24 agosto 2010

Shiatsu

a Stefano



Quel filo rosso

è ancora lì

ad unire

a superare

ogni limite

Quella che

solitamente

è definita

impenetrabilità

dei corpi

Una pressione

tocco del Cuore

che arriva giù

nell'Anima

Sogni, dolori

condivisioni

d'esperienze

che creano

inevitabili

sintonie

Come un pensiero

che vola alto

e atterra piano

facendosi

pura energia

Un punto dopo

l'altro

quelli di

un viaggio

un percorso

che non può

finire

Ma che

rinasce

perchè è

sempre capace

d'andare oltre

E ricordarti

che le tue mani

cantano

una canzone d'amore

sabato 21 agosto 2010

Culture millenarie



Chiedo perdono, prima ancora di iniziare a scrivere questa nota. Ma io proprio non ci riesco a vedere culture millenarie che vengono banalizzate, attribuite a personaggi cinematografici dalla vita dubbia che poco hanno avuto a che vedere con queste culture. Yin e Yang non appartengono a Bruce Lee, come a lui non appartengono le frasi di Confucio o quelle di Lao Tze.

Non si può ridurre un simbolo come il Tai chi (quell'immagine rotonda, metà bianca e metà nera) e appiattirla per poterla fare entrare in una beauty farm. Io mi rifiuto di aderire a questa cultura da settimana enigmistica. E non mi si dica che sono dettagli insignificanti. Già parlare di dettagli in questo modo vuol dire aver capito poco di quelle filosofie. Ammetto che c'è una certa distanza con il nostro modo di pensare e ammetto anche che nella nostra ricerca del benessere (che non è MAI la felicità) ci siamo avvicinati a manuali da 4 soldi, magari comprati in stazione mentre aspettiamo il treno.

E allora cerchiamo di sgomberare il campo da un po' di fandonie.

Ying e Yang, la loro teoria risalgono a millenni fa, a prima di Cristo, a prima di Cartesio, a prima del dualismo, a prima che ci insegnassero che la nostra vita ha un'evoluzione da linea retta. Per i cinesi antichi, tutto è circolare, i fenomeni lo sono e non c'è dualità, non c'è anima-corpo, nè Universo-individuo. Tutto è collegato, quindi l'Uomo è uno, microcosmo che riflette il macrocosmo, ed è fatto di cose sostanziali e insostanziali. Non è diviso in parti e quando viene "curato" viene inevitabilmente preso in carico l'aspetto fisico e quello psichico o mentale che dir si voglia.

La consapevolezza è parte integrante di quel percorso che intraprendiamo per il nostro benessere. Consapevolezza di noi stessi (del nostro corpo, del suo linguaggio, della nostra mente e di ciò che ci comunica) e del mondo. Essere consapevoli vuol dire avere coscienza, e conoscienza e quindi saper ascoltare cosa ci dice il nostro io materiale e immateriale e cosa ci dice il mondo.

Yin e Yang vengono semplicemente definiti come opposti, ma complementare. Non c'è giorno senza la notte e non c'è Yang senza Yin. Seguire la Via, il Tao vuol dire seguire quello che accade, vivere, ma senza eccessi. Quindi, tutto è contemplato, emozioni e desideri, ma senza che questi siano in grado di tenerci in giogo. Per questo occorre essere "centrati", ovvero presenti a se stessi. Questo è anche il significato della frase "esserci, qui e ora" tipici dello zen che non vuole attribuire nessuna sacralità agli atti quotidiani, ma semplicemente comunica di vivere come un fiore, che non si pone tante domande, è e basta. Riuscire ad interiorizzare i concetti di Yin e Yang, affinchè diventino parte integrante della nostra vita, non è affatto facile e richiede anni di lavoro e studio. La nostra cultura è altrettanto millenaria e non si possono sradicare le sue radici, anche perchè viviamo qui in questo mondo, fatto di fretta e stress, di impegni continui, di fare per poter avere e non per poter essere. Però, si può imparare a fare convivere le due cose, questo sì, integrare le teorie orientali nel nostro modo di vivere. Imparare a respirare con l'addome e in profondità, anche se la vita metropolitana chiederebbe al tuo diaframma di alzarsi e trattenere il fiato.

Ma banalizzare tutto questo ad un ricetta per ottenere la felicità, è anche tipico della società in cui, nostro malgrado, siamo costretti a vivere, con i suoi schemi preconfezionati, con i suoi ruoli, con le sue maschere e i suoi palcoscenici.

In altre parole, vuol dire viaggiare verso la direzione opposta a quella della consapevolezza.

sabato 14 agosto 2010

Il colore del ponente





Blu di vento
che asciuga tristezze
e ritorni a spirale
come carezza leggera
dal dolce andamento
Come la mia terra
quella dal colore brunito
con i campi squadrati
ed il silenzio dei pioppi
Calotta di cielo
in onde striscianti
Forse è malinconia...
Per me solo un momento
e mesta tristezza
che morbida avvolge
le pieghe della pelle
E se coprisse il mio viso
avrei occhi d'acqua



13/03/1987

venerdì 13 agosto 2010

Conflitti

Almeno parliamone
di questa logica assurda
di economie del potere
Di armi, di bombe
di rumori assordanti
che non liberano
mai
Parliamo dei vecchi
dei bambini strappati
all'infanzia
delle donne incapaci
di generare
Il mondo piange
e nessuno si accorge
delle sofferenze
che vanno al di là
del concepibile
Della paura
di camminare
di parlare
di guardare
di vivere
Parliamo dei mostri
mai necessari
che producono solo
dolore sordo e cieco
negando il futuro
piegando giorni
che sono di altri
negando diritti
che sono di altri
La guerra peggiore
la vedi negli occhi
e porta un solo nome
Indifferenza

mercoledì 11 agosto 2010

Gallura

Nel silenzio ritrovi
l'ordine magico
dei pensieri perduti
Le strade vuote
dove
le anime erranti
vagano senza posa
in cerca di assenze
La pioggia bagna
ciò che il vento
asciuga
Chiudo gli occhi
e lo sento
il profumo del cisto
la vedo
la linea irregolare
delle rocce a picco
Mio quel paesaggio
e quella terra
indomabile
mie le sue asperità
i sapori delicati
e i sorrisi rudi
Mio quel mare
così buio e profondo
così trasparente

lunedì 2 agosto 2010

Scelte non facili

Che qualcuno mi spieghi
come funzionano le cose
perchè non l'ho ancora capito
Dov'è la fine
della cattiveria
l'egoismo di qualcuno che
ha la pretesa poi
di farsi chiamare padre
E cosa allora
si definisce giusto o
sbagliato che sia
quando cerchi solo
di difendere
dimenticare il male
Dimmelo tu
che hai il passo leggero
e lo sguardo limpido
Dimmelo ti prego...
difendere chi non vede
l'evidenza e la nega?
Difendere un mondo
che gira al contrario?
Trovare la forza per chi
non vuole, ma non ha
l'età per capire
Forse è meglio
lasciar scivolare tutto
e quando o se
arriverà un giorno
in cui l'assurda guerra
cesserà di essere con
tutte le minacce
e saranno loro
i miei figli
a farne le spese
Quel giorno
li guarderò dritto negli occhi
e non potrò dir loro altro
se non, semplicemente
"mi dispiace"

lunedì 28 giugno 2010

Parlami per favore

E invece ci sono cose
che vanno dette
dritte negli occhi
e non lasciate
in balia del vento
Perchè il tacer non sia
allontanarsi e perdersi
di anime
Piccoli mattoni
che giorno dopo giorno
diventano pareti
che stringono
e sovrappongono
fraintendimenti
Così l'interpretazione
si fa errore certo
e distanza
colma di silenzi
Nulla è più
del non dire
perchè desiderio
e dolore
se condivisi
si fanno ponte
e attraversano
ciò che a volte
in controluce
irraggiungibile pare

lunedì 21 giugno 2010

Indomabile

Io sono
come il mio
profumo
discreto ma
persistente

Sono muschio
buio e luce insieme
morbido e forte
con memoria antica

Sono radice
che affonda
in intricati
intrecci
e che talvolta
disturba

Puledro selvaggio
che mai si adegua
al morso
a standard imposti
da redini stringenti

Sono acqua
limpida
che zampilla tra i sassi
trasparente

Sono un tramonto
di passioni incalzanti
senza requie
e senza perdono
di sè e del mondo

Io sono così
come sono
spirito libero
di un'anima errante

mercoledì 16 giugno 2010

Ritorni

Cerchi concentrici
che ripetono se stessi
in note più che stonate
Di nuovo
vortici di parole
in stato confusionale
come disarticolati
suoni che distorgono
Ciò che è lontano
si fa presente
in una voglia di fuga
che increspa la pelle
Quando al grido
risponde il silenzio
e la vacuità
di ogni spazio
è l'ora di correre
per non accartocciare
i fogli portati via
da un inquieto vento
Andare e venire
come l'onda del mare
che mai ritorna
non davvero
E' in quel rincorrersi
delle remote spire
che il diaframma ritrova
respiro per l'anima
incatenata ma ribelle
per sempre...

sabato 5 giugno 2010

Creatori di sogni

Ci sono uomini capaci
di creare sogni
e modellare la creta
dei desideri
Una parola, un anelito
e subito scatta
la creatività unica
di chi non ha perso
nemmeno per un attimo
la gioia di volere
Ci sono uomini capaci
di scaldarti l'anima
e innalzare i pensieri
con un tocco gentile
che non ha tempo
con uno sguardo che sa
andare oltre ogni cosa
con una voce calma
che non alza mai i toni
Ispiratori di vita
non illusionisti
Scultori d'amore
che sanno aspettare
perchè non esiste ruga
nè dolore o rabbia
che possa fermare
l'onirico percorso
dove ogni essere
inizia a divenire

giovedì 3 giugno 2010

Perchè l'amore è

Me le ricordo bene
quelle sdraio di legno
e l'odore della sabbia
dove le parole
scorrevano veloci
Io e te sugli scogli
proprio di fronte al mare
in un luogo lontano
dove avrei potuto
scrivere storie
Il sorriso aperto
quanto una mente
che in un attimo
viene strizzata
in urla di dolore
Seduti sul divano
senza ascoltarsi
Poche ore bastano
a creare disamore
nei pensieri
che si fanno distanti
come echi di un allora
Non sempre basta
ritrovare lo sguardo
e l'abbraccio
se vedo che
ti nascondi per paura
da qualche parte
in un posto
che non conosco affatto
Rimango allora lì
seduta sulla sdraio
e aspetto paziente
tra le doghe di legno
il momento in cui
ritornerai
e sorridendo
ti siederai accanto
parlando e raccontando
d'altri mondi che un giorno
ci accoglieranno

giovedì 27 maggio 2010

Desideri

Un pezzetto di luna
per illuminare gli occhi
e i miei pensieri
svelando piano
una carezza che sa
delle spume di mare

Un quarto di luna
per esistere
alla sua soffusa
luce di cielo
in assenza di vento
e ombre scomposte

Metà luna
perchè guidi così
i sogni stanchi
ritrovando
colori dimenticati
dall'incuria del tempo

Tre quarti di luna
a me donati
da chi sembra nato
per incatenare fantasmi
e far sorridere l'anima

mercoledì 12 maggio 2010

Mi Cuba



Ma come potrei
non pensare più
all'Havana?
Come si fa
a dimenticare
la felicità pura
di quei colori?
Le canzoni
in un coro di strada
le strette
di mani che
hanno memoria
Guardo
e riguardo
ogni fotografia
gli angoli
le piccole case
color pastello
Passo e ripasso
nella mia mente
ogni istante
di giorni che
hanno riscoperto
un sorriso vero
Il mio
E immagino
come sarebbe
e se mai
un giorno...
E scrivo anche
sillaba dopo sillaba
solo per stringere
ancora a me
quel tepore
E le persone
che mi pensano
lo so, anche ora
mi stanno pensando
da così lontano

lunedì 10 maggio 2010

Libera scelta


Passo dopo passo
ora dopo ora
divorare i giorni
lasciando l'onda
libera di trascinarti
nel vortice
di ciò che accade

Ma quando invece
ti fermi
e per un attimo
esci dagli schemi
ti ritrovi nel luogo
dove tutto è possibile

Dove quello
che stavi cercando
si fa reale
guarda, lo puoi
persino toccare

Buttare via
vecchi abiti
mentali
e vestiti che dormono
in un armadio
troppo pieno

Allunga piano
la mano
lentamente
come fosse
una carezza
che non è
perduta

Niente è
così bello
come spruzzare
polvere di sogni
in faccia al mondo
e contaminarlo
di nuovi colorii

domenica 9 maggio 2010

L'onirico pennello


La consistenza dei sogni
è quando pensi
ad una piccola
casa colorata
quella in cui
vivremo
e che ameremo
Amo già tutto
di quei giorni
ma proprio tutto
Le spume del mare
e gli attimi
che si trascineranno
sulla sabbia
Tra i libri
o i quadri
o le note
da visitare
da scoprire
da esplorare
un mese
dopo l'altro
I fogli bianchi
e i tasti
a volte maldestri
di un personal computer
senza fretta
Nel portacenere
brucerà
il tempo perduto
e tutto quello
che abbiamo sempre
desiderato

lunedì 3 maggio 2010

La mia penna

Che non riesco
ad afferrare il Tempo
Scivola la sabbia
inarrestabile
nella clessidra
e solo rimane
qualche confuso secondo
che affonda
in piacevoli ricordi
piccole case
di musica e colore
strade affollate
di incontri
Dire e fare
sprecare i giorni
mentre le idee
sono immobili
non ce la fanno
ad invadere lo Spazio
trasformando
l'immagine
che risuona d'eco
in storia da vivere
Mosaici che mi
hanno incantato
commosse pietruzze
nel giardino
delle meraviglie
con il loro
preciso richiamo
E mi domando
che ci faccio
ancora qui
Che mi importa
di cose svuotate
giochi violenti
di parole stravolte
quando milioni
di fogli bianchi
restano in attesa
di un tango mozzafiato

giovedì 22 aprile 2010

La Isla

Tra quelle case
uniche e fatiscenti
colorate di pastelli
sono rinata
tra l'odore
di tabacco amaro
e il giocare
con il nulla
dei bambini
Un sorriso
perenne
mi ha restituito
a me stessa
e al mondo
che si ostina
capovolto
Da quella porta
ne sono certa
uscirà
Aureliano Buendia
e come me
si lascerà avvolgere
dal profumo di palma
e salsedine acre
Bella da morire
l'Havana che
ti innamora
cento volte al giorno
con le sue piccole
case in cui vivere
le strade canterine
e il vociare
sempre allegro
Povera ma
mai triste
capace di nutrire
e di ballare
perchè tra le spume
del mare che s'arresta
su una lingua di sabbia fine
si nasconde il ritmo
che ritrovi ad ogni
angolo da ricordare
Tessere d'un mosaico
dove esplodono
vivaci i rossi
d'un cuore che sa
e ti abbraccia cullandoti
Sapiente cancella
ogni pensiero
si fa brezza
leggera per te
e per i tuoi occhi
capaci di vederla

martedì 16 marzo 2010

Cocci rotti

Potrei prendere
tutto questo
il dolore piatto
e nullo
di ferite protratte
nel tempo
Gli insulti silenziosi
e quelli gridati
gli aneddoti
ingoiati
in nome del futuro
che prospettico
si è fatto ora
Le offese anche
che umiliano
togliendo voglia
al sorriso
di essere vero
La totale mancanza
d'amore insomma
e la vorace solitudine
che solo
un'altra persona può
farti sentire
Potrei prendere
tutto questo
e farne una storia
che esorcizza
demoni mai stanchi
trasformando
il frantumato
in quotidiana assenza
Semplicemente sarebbe
una storia di donne

lunedì 15 marzo 2010

I magici punti

Ci sono punti che potrebbero davvero essere considerati "magici". Punti di agopuntura. Come Vu 64, ieri me lo sono trattato parecchio e mi ha fatto passare la lombosciatalgia che mi affliggeva da un paio di giorni.
I punti sono moltissimi, 361 quelli dei canali principali. Ma esistono anche canali energetici straordinari e punti fuori canale, canali tendineo muscolari e Luo.
C'è poi la concenzione Confuciana dei punti e quella Taoista, che io prediligo, più morbida e possibilista, anche se a volte è la direzione pragmatica confuciana che va utilizzata. Insomma, tra tutti i punti ci si può davvero perdere perchè vero è anche che la combinazione tra diversi punti fa la differenza nel risultato di un trattamento.
Mi piacciono i punti, sono bottoni, interruttori che schiaccio e, ricevente consapevole o meno, che attivano i processi di autoguarigione, le risorse che sono in ognuno di noi anche se spesso non ce ne accorgiamo. Ogni punto è un universo che fa molte cose, in combinazione ne fa altre, associato al canale e diretto dalla mia intenzione segue un'altro percorso.
La via più semplice è quella di imparare i punti, più precisamente la loro funzionalità, per categorie.
Ci sono gli Xi, punti fessura, che sono punti per ogni tipo di dolore, sul canale o fuori da esso, sulla zona per esempio. I punti Yuan fanno riferimento all'energia del Cielo anteriore, ovvero all'energia ancestrale quella che in un certo senso è la nostra impalcatura energetica che ci permette di vivere e muoverci nel mondo.
Ci sono gli Shu del dorso che hanno un contatto privilegiato con gli organi a cui portano la Yuan Qi e i punti Mu, punti allarme, utili in diagnostica ma soprattutto per sedare situazioni infiammatorie recenti e per nutrire. Gli Shu antichi sono localizzati vicini alle articolazioni e hanno la duplice funzione di far uscire all'esterno o portare all'interno (a seconda della loro posizione), i primi vengono utilizzati come punti di rianimazione e sono chiamati punti Jing Pozzo. Ci sono le finestre del Cielo che aiutano a mettere in comunicaizone la testa con il tronco e l'Uomo con il divino, le porte della Terra che radicano perchè mettono in comunicazione il tronco con le gambe e danno un senso di appartenenza alla terra che calpestiamo. Gli Shu del torace, più recenti (risalgono circa al 300 A.C.) che hanno un legame con gli organi, ma soprattutto "aprono" il petto, permettendo al Sè di esprimersi. Sono localizzati sul canale di Rene (Acqua=Sè) e sono anche punti di un canale straordinario che è il Chong Mai.
Un intero reticolato che fa il corpo umano, mente e corpo in un unico continuum d'esistenza. Il palmo li avvolge, li riscalda, le dite li premono, li stimolano. E i punti rispondono, ci sono quelli completamente assenti nei quali si indugia con pazienza aspettando che l'energia torni a fluire, quelli che friggono impazienti e quelli che battono. Con la pressione arriva la reazione e il punto si placa, diventa armonico, tutto scorre. Come nel corpo del ricevente e nella sua mente. Con i dovuti cambiamenti in corso d'opera, perchè ogni percorso non può prescindere dal cambiamento che è in atto, in continuazione, in ognuno di noi. L'unica vera costante è che Yin e Yang sono in mutuo movimento circolare e che l'uno non può fare a meno dell'altro, come le onde del mare, come il giorno e la notte, come il freddo e il caldo. Questa è la dinamica della Vita.

mercoledì 10 marzo 2010

Anima ferita

Quando non vedi più
oltre l'orizzonte
quella linea
si fa limite
invalicabile
E i se, i ma
tornano pungenti
tolgono spazio
al raziocinio del sentire
annodano l'anima
Una giornata storta
partita male
spezzata sul nascere
rompe il cammino
del divenire
Rallentate scene
che si ripetono
all'infinito
in una litania
che tutto frena
Nessun calcolo
di scienza perfetta
cancella l'errore
registratro dall'occhio
inconsapevolmente
Vivere l'attimo
il qui e ora
ma quando
il dolore persiste
rimane solo la fuga
Non si può
dar fuoco all'inconscio

sabato 27 febbraio 2010

Fragile

a Nico


Gocciola il tempo
come assenzio
che cade piano
in un bicchiere vuoto

Nulla è perduto
se non lo vuoi
davvero
Chiudi la porta
per amare te stesso
ma non a chiave
basta spingere
lo stipite spigoloso
entrare di nuovo
ma a piedi nudi
e leggeri
con delicate movenze

E le illusioni
gli errori commessi
si fanno poster
che arredano
pareti bianche
su cui disegnare

Basta una canzone
a volte

martedì 23 febbraio 2010

Nuvole





E torno a te
avvolgendomi in spirali
per una lacrima
versata su un'amica
che non ce l'ha fatta

Per un passato
che non è mai tale
"lascia andare
e rivivi la forma nuova"
Mollare ogni silenzio
e ritrovarsi
in parole che non sono mie
seppur mi appartengono

Torno al mio rifugio
per un'altra amica
che soffre il tradimento
e che è un altro
dei tanti specchi
dove mi guardo
mi vedo riflessa

Alla fine del cerchio
che richiama se stesso
ci sei solo tu
e il mio rinascere
ogni volta
con più vita e voglia di china

Unico vero sollievo
al dolore
che trafigge le solite lacune
e che è capace di fermare
ogni recondito pensiero
calmando le acque
che senza sosta s'agitano
Mentre le nuvole
sembrano tanto leggere....

giovedì 18 febbraio 2010

Gli occhi degli stranieri

Gli straneri ci guardano. E noi che pensiamo di essere sempre superiori non ce ne accorgiamo nemmeno. Non capiamo i loro occhi severi nel guardarci e crediamo che solo perchè non portano vestiti griffati sono dei poveracci. E' quasi un nostro diritto trattarli con sufficienza, dar loro del tu, quando loro rigorosamente, mentre parlano la nostra lingua, si rivolgono a noi dandoci del lei. Quando vado a Milano in treno incontro una ragazza brasiliana. Si chiama Jana e siamo diventate amiche. Parliamo un bel po', lei mi ha raccontato del suo Paese, delle differenze. Ha degli zii italiani. Ed è convinta che gli italiani abbiano tutte le risorse per essere grandi, come dimostrano ogni volta che vanno a vivere all'estero, ma che sono fermi da oltre dieci anni. Lei non capisce perchè non riusciamo a fare qualcosa, abbiamo creatività, inventiva e siamo dei gran lavoratori a suo dire. "Mi dispiace, io questo lo considero il mio secondo Paese". E me lo dice con un velo di tristezza negli occhi raccontando che alcuni conoscenti italiani in Brasile hanno letteralmente sbancato, sono arrivati poveri in canna e ora dirigono attività enormi.
Già, in Brasile, penso io, ma non qui dove ogni cosa e progetto si arrestano in un pantano. Un giorno in metrò ho sentito da un peruviano che gli italiani parlano un solo idioma e nonostante questo credono di essere padroni del mondo.
E qualche giorno fa, su quello stesso treno, ho incontrato due senegalesi. Hanno lavorato ovunque in Europa e qui....parlano diverse lingue, spagnolo, tedesco, francese (come lingua madre) e inglese. Oltre all'italiano naturalmente e Pap mi ha chiesto quante lingue sapevo io. Quante lingue so io? Quante lingue impariamo stando qui?
Dicono che in Italia è più facile arrivare senza permesso rispetto al resto dell'Europa. Bene penso io, a dispetto di tutto il razzismo che c'è e di normative che non tengono conto della "via degli schiavi" e di come queste entrate illegale siano foraggiate profumatamente da chi ha l'interesse a mantenerle in auge. C'è un certo rischio, ma in altri Paesi europei non è possibile se non hai il permesso. "L'Italia è un paese diverso da quello che era 15 anni fa" mi dice Pap aggiungendo che se non hai un lavoro qui vieni trattato peggio di uno schiavo, di un animale. Bene dico io, bell'immagine davvero che hanno di noi gli stranieri.
E intanto Jana mi racconta di aver lavorato in un giornale regionale in Brasile, mi parla della tecnologia che utilizzavano e che noi qui ancora ci sogniamo. Io ci ho lavorato per 15 anni dentro i giornali lombardi e parlando di tecnologia, forse ne faccio un uso maggiore ora che lavoro con le mie mani che allora. Ridicolo e ridicoli noi che crediamo sempre di essere superiori al resto del mondo, al Sudamerica e all'Africa. Quando in realtà il vero Terzo Mondo, soprattutto culturalmente parlando, siamo proprio noi.

martedì 16 febbraio 2010

Essere consapevolezza

Essere e non avere consapevolezza. Non solo il vecchio adagio di Erich Fromm è estremamente attuale, in un mondo dove l'agire per l'avere ha preso il sopravvento. Ma chi agisce e si lascia agire, chi predilige l'avere, dimostrando estrema avarizia di tutto, non è consapevole di se stesso, nè del mondo alla fine.
Come dire che non vive appieno. Non si può, proprio non si può sprecare questi doni che noi diamo troppo spesso per scontati. La nostra vita, il nostro percorso, il nostro portare il sè nel mondo per comprenderlo meglio, per conoscerlo e la nostra intelligenza. Trovo sia un vero peccato, ma trovo anche che sia l'atteggiamento mentale che va per la maggiore. E non solo mentale.
Non si può vivere, lasciandosi vivere, passare attraverso le esperienze come se non ci fossero state, senza imparare davvero, che non è asettico riflettere, ma che è consapevolezza profonda. Si può scegliere di essere quello che si vuole, o avere anche, ma con consapevolezza di se stessi e del mondo. Altrimenti nel nostro peregrinare inconsulto non ci accorgiamo che accanto a noi ci sono delle persone che potrebbero soffrire dalle nostre scelte. Delle persone che non meritano di essere deluse perchè fanno di tutto per non deluderci.
Io ho scelto l'essere da sempre, non solo da quel vecchio e quanto mai attuale libro di Fromm, ma da sempre. Essere sempre e comunque. Un traguardo per me, non facile da raggiungere e un nuovo punto di partenza. E quindi, in seconda battuta, essere consapevolezza, non averne. Esserla. Perchè vuol dire esserlo in senso profondo, non ragionato. Essere presenti qui e ora, capendo che c'è qualcosa intorno a me e che una certa attenzione quando mi muovo è dovuta. Una certa onestà intellettuale ed emotiva.
Ed essere perchè in fondo donare è più bello che ricevere, pensare agli altri, portare loro un po' di benessere e goderne, godere del loro modo di essere, anche se non sono perfetti, anche se magari ogni tanto dicono cose di fretta e in modo superficiale.
Non accetto però chi si ostina nell'inconsapevolezza, chi ne approfitta, chi mente alla fine a se stesso e agli altri. E ferisce dicendo di non averlo fatto apposta, quando in realtà sa che non è proprio così, sa che non è stato attento. Non ha portato attenzione. Non ne ha voluto portare, perchè non vuole far fatica, perchè si lascia andare all'onda ignorando, volutamente, che un qualsiasi gesto o parola ha un effetto preciso sul mondo che abita. Non dicendo mai grazie per quello che ha avuto, perchè la gratitudine è un altro modo di essere, cioè è il riconoscere che noi non ci bastiamo e che abbiamo bisogno degli altri, per molte cose. Per vivere. Riconoscere questo vuol dire sapere che gli altri esistono e quindi non si possono ignorare.
E se questo mondo si ostina ad avere, senza nessuna consapevolezza, si ostina a ubriacarsi di un agire inutile che non porta da nessuna parte, sia pure così. Trovo che gli angeli stiano in altri posti, hanno ali bellissime e io ne ho incontrati molti, anche qui su questa piattaforma virtuale. Scelgo loro perchè alla fine della strada che tutti noi percorriamo, le piume di un volo contano molto di più di una macchina sportiva.

domenica 7 febbraio 2010

Tutto è possibile

Siediti qui accanto
e racconta
sfruttando il lento
incedere
dei passi sulla sabbia

"Tenero il mio amore
si è insinuato piano
rivelando novità
in sguardi velati
passioni furenti
attimi importanti
E lì si è fermato
aspettando paziente
la luce del giorno"

Al tepore del fuoco
un anello dopo l'altro
intrecci catene
che liberano lo spirito
e me ne fai dono
come una porta
che si spalanca
sul mondo

Perchè con te
tutto è possibile
creare sogni
scalare montagne
e riprovare ancora
respirare

Niente pubblicità
nè fermo immagini
nessuna scatola
potrà impedire il volo
o il viaggio
dove corpo e anima
si incontrano
entrando in simbiosi
e che si chiama vita

sabato 23 gennaio 2010

Il mio Cuore che cura

Dove c'è dolore e sofferenza c'è bisogno di Cuore, Xin appunto. Xin per i cinesi antichi è il luogo dove dimorano le passioni, senza soffermarsi troppo per non appesantire. Xin è l'aquila che vola alta ed è capace di guardare le cose con la giusta equidistanza.
Shiatsu Xin è l'approccio che ho scelto come terapista e che equivale all'esserci, qui ed ora, con il Cuore, per te. Perchè il mio Cuore è capace di curare il tuo Cuore. E' capace di mettere a tacere la razionalità giudicante per far parlare le mani e il corpo del ricevente. E' capace di porsi in ascolto, di aprirsi e accogliere, di sospendere il giudizio per alleviare ogni dolore. Perchè la radice ultima della patologia, alla fine, è l'anima. Il corpo non è altro che un contenitore per un anima che a volte si fa mutevole, che blocca, trattiene, o esonda e quindi va in eccesso o deficit.
Abbiamo fatto uno scambio tra approcci diversi, le sequenze di Himawari e il Cuore di Xin. E la differenza maggiore tra i nostri trattamenti è stata proprio il Cuore. Perchè se il pollice è capace di ascoltare il corpo, il Cuore ascolta anche la mente e arriva all'anima. Supera ogni dualismo e si concentra sulla necessità, su quella momentanea data dal sintomo e su quella più profonda data dalla causa.
Ma lavorare con il Cuore vuol dire anche metterci tutta la propria passione che non è solo un cavallo selvaggio, ma è anche data dal rigore della tecnica e dello studio, dall'approfondimento. Dalla postura giusta, dalla qualità della pressione che non è forza, ma è energia, uso di Hara, quel luogo dove noi custodiamo la nostra carica vitale.
E' abbracciare l'altro, che non è mai diverso, mai e la mia mano diventa quel filo universale che ci tiene uniti. E' accogliere, anche il dolore e la sofferenza, per lenire. Come una madre tiene in braccio il figlio per trasmettergli calore. Perchè alla fine curare è questo e se istintivamente io porto la mia mano sulla zona dove sento male, così un trattamento deve essere un nido accogliente, preparato con rigore. Capace di trasmettere calore vitale, quella stilla di luce che ci porta alla consapevolezza di noi stessi e del mondo.
Quando uno shiatsuka poggia la sua mano su un corpo avviene un inevitabile incontro di anime, il Cuore ascolta, il Cuore trasmette messaggi. Le mie mani ne diventano portavoce e ti racconteranno di te. Ma il mio Cuore e il tuo continueranno a parlare anche quando saranno immersi nella folla quotidiana. Quando viaggeranno per il mondo.

martedì 19 gennaio 2010

Inchiostro di china



Un cedimento
momentaneo
solo un secondo
ingoiato dalla fretta
di questa davvero
assurda vita
dove l'Io
è lontano da tutto
e tutti sono il caos

Ma ecco che
il cuore rallenta
il respiro riprende
e torna il tocco
il mio
e quello dell'Universo
languido srotola
nodi intrecciati

Un abbraccio
una mail ad un'amica
e di nuovo
il silenzio di ricordi
le cose che ci hanno detto
citato definendoci
solo per nascondere
una verità
che fa paura
nel suo limpido
zampillare

La sabbia rimane
morbido affondare
di passi che avanzano
verso
e l'acqua salata
si fa spuma
e svelta rincorre
il mio scivolare
senza prendermi

Quello che conta
alla fine
è un unico desiderio
di trovare
una cannuccia
che sia adatta
e quasi perfetta
per i miei
sempre splendidi
pennini

martedì 12 gennaio 2010

Game over

Bugie
cose non dette
negazioni di tempi
e spazi
dimenticati

Io non sono più
e tu chi sei?

Anni lunghi
sbriciolati
cambiati
diventati inutili
tramutati in cenere
grigia e opaca
senza nessun colore

Pungente rimane
quell'odore acre
che non andrà via
L'indifferenza
prima
e la menzogna
dopo

Lontano
da tutto ciò
che credevo

Un colpo di spugna
netto e secco
l'addio di un risveglio
una voragine
eterna