martedì 21 settembre 2010

Figli

Ma dove corri
ragazzo?
Credi che io
non sappia
dei tormenti
che ti devastano
l'anima?
Dei tuoi silenzi
e delle ottuse
opposizioni
Dei tuoi bisogni
e degli aneliti
che ad occhi distratti
possono sembrare
surreali
I tuoi giorni
sono stati i miei
e io non lo dimentico
ne colgo l'essenza
Credi che io
non abbia mai
provato
un dolore lacerante
Credi che
non ci sia vivere
in me che
non posso capire
Convinto di
conoscere
ogni piega della pelle
e le stanchezze
che solo tu sai
Non pensi mai
che dietro a ciò
che vedi
ci sia un Io
pari al tuo
che ha urli soffocati
notti insonni
cuori spezzati
e fatica del vivere
Perchè quel fuoco
che ora stai toccando
non si spegne mai
e per questo
si rimane seduti
ad aspettare
immaginando
Fino al giorno in cui
saprai
che qualcuno di te
aveva già capito
pur non dicendo niente

domenica 19 settembre 2010

Domani



Arriverà
un giorno in cui
le rughe saranno
solchi dell'anima
passaggi del tempo
andato ma mai
perduto
Arriverà
il momento che
saremo stanchi
e solo gli occhi
ricorderanno
questi momenti
così belli
così intensi
Quello che oggi
appare un limite
diventerà la luce
quella stessa
che vedo in te
che scopri in me
Arriverà l'autunno carico
di nuovi colori
e ci siederemo
tra pacifiche parole
di fronte al mare
Capaci ancora
di guardare
quell'abisso
che è in noi

venerdì 17 settembre 2010

Cose semplici così difficili






In questo periodo mi scopro a pubblicare sui miei status alcune frasi del mio maestro Franco Bottalo. In realtà molte di esse seguono il filo logico del buon senso, sono quasi banali. Sono semplici. Ma difficilissime da applicare.

Dire che il nostro sè va nel mondo e che noi dobbiamo esprimerci per realizzarlo è una cosa semplice. Ma noi cresciamo con idee precise, interiorizzate in noi come fossero radici, e generate dall'educazione e dall'interazione con l'ambiente sociale. Come se rispondessimo in realtà ad un modello di noi stessi che ci rende impossibile essere noi stessi. Abbiamo e viviamo secondo regole che crediamo nostre, ma non sempre siamo coerenti con il nostro pensiero. Come se mente e corpo stridessero in un certo senso e quindi il nostro comportamento non rispecchia le nostre idee. Sappiamo bene ciò che è giusto e sbagliato, almeno in linea teorica e secondo i nostri principi, ma poi non sempre seguiamo ciò che è giusto e ciò che non lo è. E difficilmente ci assumiamo le nostre responsabilità, come se non capissimo la verità prima che è quella che qualsiasi cosa dica o faccia ha un effetto sul mondo esterno. Di quest'ultimo sono responsabile.

Con il tempo diventiamo anche insoddisfatti perchè il nostro bisogno primario è quello di essere, ma proprio non ci riusciamo. Da qui i vari percorsi, più o meno disastrosi, più o meno di successo, raramente soddisfacenti, ma che ci fanno comunque capire la nostra radice comune.

Per questo motivo ad un certo punto, parlando di punti e canali in epoche storiche ben precise, Franco ha detto "La vita è conflitto" aggiungendo subito dopo "quanta voglia avete di vivere la vostra vita? Ovvero, quanto conflitto c'è nella vostra vita?".

Ecco, questo è il punto. Il conflitto che spesso si esprime in conflitto tra ciò che siamo e ciò che gli altri vorrebbero noi fossimo, tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo ci chiede.

Il senso di colpa è un nostro voler rimandare il problema legato ad una scelta. Abbiamo la tendenza a mettere tutto in latenza, ma una latenza che diventa anche patologica se non viene mai affrontata. Il senso di colpa diventa una specie di scusa per non fare quello che devo fare. Se io non sto bene, non sarò mai in grado di far star bene nessuno. E questo non è esattamente egoismo, ma piuttosto il contrario.

Tutto questo ragionamento, come gli assunti del mio maestro, può sembrare semplice e forse anche banale. Ma difficilissimo è farlo diventare una realtà concreta, quotidiana. Le cose semplici sono le migliori, si dice spesso. A patto che non siano difficili da realizzare, altrimenti rimangono pronunciamenti di scarso valore. Per me tutto rimane sempre a livello di Yin e Yang, Tai Chi, questo è il segreto di "un'armonia che non fa rumore" e che riesce ad esprimere sè stessa con consapevolezza, cioè con un modo adeguato.

Io posto le frasi di Franco perchè le sue lezioni mi sono state di grande aiuto in un anno piuttosto difficile della mia vita, dove la mia latenza è venuta fuori prepotentemente e senza nemmeno bussare. Mi danno ancora forza e spero possano darla ad altri, soprattutto ai miei giovani amici, a chi non si è fermato e continua a camminare lungo il sentiero già battuto, sperimentando dei fuori pista.

"L'alce solo sedeva e in una foresta deserta sorrideva".

martedì 14 settembre 2010

Esserci

"Ora ci pensi tu"
Un'eco profonda
riemerge lontana
ricordo di una frase
e tu passi
di mano in mano
come se
quello che sei
non esistesse
Un disagio percepito
annunciato e ripetuto
forse un pentimento
dove gli occhi però
non ce la fanno
a ritrovarsi
Ascolti storie
molto simili
giorni bui e sofferti
dove l'identità
si ribella indomabile
E le fai tue...
L'onda rabbiosa torna
scavalca e sale
ogni evidenza
di ciò che hai fatto
e reso possibile
Lo urli al mondo
e così ti trasformi
nel mare in tempesta
solo e furente
unico e reale
vincitore

martedì 7 settembre 2010

Lettera




Languide le note
scivolano sui profili
delle cose
Potesse la mia mano
arrivare a te
come carezza
spazzando via
l'incertezza
il dolore
la confusione
che si appoggia
sui pensieri stanchi
Potesse questa pioggia
lavare via
ogni sofferenza
ma senza gocce
fredde di paura
Solo col sale
bianco e caldo
dell'acqua di mare