venerdì 27 febbraio 2009

Pierrot e la luna

Arcore si è trasformata in un bistrò parigino d’altri tempi, giovedì sera all’Arco del Re. Un'iniziativa intitolata "Pierrot e la luna" e che merita a mio giudizio, perchè si parla sempre tanto di Cultura, ma poco si fa in materia. L’enoteca ha ospitato 4 pittori che dal vivo hanno disegnato un pierrot dallo sguardo triste e annoiato. Questo è solo il primo di una serie di eventi che l'enoteca organizzerà Non macheranno infatti serate e cene futuriste per celebrare il centenario del manifesto morettiano.

La modella in scena, al centro del locale, ha assunto diverse posizioni statiche e così si è fatta ritrarre, con un particolare clima carnevalesco. Ma più che coriandoli e maschere, la musica francese di sottofondo e gli artisti seduti che si davano da fare, hanno riportato gli ospiti indietro nel tempo, a Parigi, in un antico caffè letterario, dove le idee erano sempre in fermento. Tutti, anche quelli più distratti dalla conversazione del momento, non hanno resistito alla curiosità e si sono alzati per andare a vedere i dipinti a china, o a carboncino, le forme disegnate in stili diversi. Tecniche diverse per diversi quadri, ognuno capace di catturare il gesto dell’attimo con uno sguardo personale che ha colto un diverso aspetto del pierrot.

Una bella atmosfera davvero, per un piccola città di provincia che ha voluto “alzare il tiro” per una sera, dimostrando di avere tutti i numeri per poterlo fare. Giochi di chiaroscuri, luci e ombre, forrme tondeggianti o spigolose, a seconda degli occhi dell’artista che le ha ritratte. Un pierrot triste, mollemente adagiato su un divano, che si muoveva lento, cambiando posizione di tanto in tanto. Gli ospiti hanno potuto osservare da vicino il lavoro dei pittori, come nasce un’opera, indipendentemente dalla tecnica usata per crearla. Mentre le canzoni di Aznavour si diffondevano nell’aria, l’Arte ha incontrato i festanti che se all’inizio erano un po’ distratti, si sono poi lasciati coinvolgere dalla magia di un ritratto.

lunedì 23 febbraio 2009

Sentire con il cuore

Per sentire con il Cuore occorre avere la mente libera, non pensare. Non è cosa facile, però a mio giudizio ci sono piccoli trucchi per partire ben centrati su se stessi e quindi muoversi verso il ricevente. Lasciare scorrere i pensieri liberi di essere, in un certo senso vuol dire staccarsi da essi e quindi alla fine ritrovarsi nel corpo che si sta toccando.
Le mani devono muoversi senza costrizioni e premere sui punti che chiamano. Perchè una volta che la mente è libera, allora si riesce a percepire, a sentire di cosa c'è bisogno. E i punti parlano, chiamano, chiedono di rimanere oppure di uscire.
Concentrarsi sulla propria postura e sul proprio respiro è già un modo per ritrovarsi centrati. E poi, non aspettarsi di non pensare, piuttosto lasciare scorrere tutto come la corrente di un fiume. Le idee fluiscono, una dietro l'altra ma nessuna si ferma veramente e così il Cuore si mantiene vuoto e la nostra attenzione si focalizza sui bisogni del ricevente.
Non è una cosa impossibile, ma bisogna sviluppare un buon grado di empatia con l'altro. La capacità di mantenere la mente e il Cuore aperti ad un'altra persona, diversa da noi stessi. Alcune volte così diversa da essere difficilmente comprensibile. La razionalità in questi casi è un ostacolo, meglio lasciar fare al Cuore che dimostra un'apertura maggiore. Senza aspettarsi nulla e non ascoltando la mente che cerca di dirigere verso un'altra direzione.
Un aiuto arriva anche dalla meditazione, più precisamente dallo Zazen, dove idee e pensieri vegono proiettati su muro. Forse non riuscirò a smettere di pensare, ma mi staccherò dai miei pensieri. Il distacco giusto che ci vuole per poter operare con il Cuore.
Il distacco giusto che dovremmo sempre avere dalle cose.

lunedì 16 febbraio 2009

Shiatsu e depressione

Un lavoro basato sulle pressioni in questo caso non deve porsi un traguardo risolutivo. Si tratta piuttosto di avere molta pazienza e rimanere sempre in un atteggiamento di ascolto.
Un ricevente depresso è una specie di Kyo vivente, riesci a portare beneficio in un malessere e subito ne salta fuori un altro. Ci vuole un lavoro lungo e lento, a volte di anni, a volte anche noioso perchè i risultati tardano ad emergere e durano poco.
Però si può fare molto. Il ricevente riferisce spesso di sentirsi meglio e quando si fanno delle pause alle sedute è lui a chiedere di nuovo i trattamenti. In linea generale, si può tonificare e sostenere la persona. Ripeto, è un lavoro lungo e a volte può apparire noioso, soprattutto se l'operatore si aspetta risultati che poi non arrivano. E' necessario accostarsi a questo tipo di disarmonia sospendendo ogni giudizio, su sè stessi e sull'altro. Imparare perciò a godere dell'attimo e del trattamento, senza aspettarsi nulla.
Io ho riscontrato, in un paio di casi, diversi miglioramenti. Molto bene funzionano alcune combinazioni, come Siguan (Ic4 e F3 in contemporanea e incrociati) e anche i canali straordinari. Si riesce a raggiungere un certo grado di serenità, un maggior ordine nei pensieri e una minor ansia. Anche se il sostegno deve essere continuo, i risultati hanno una durata relativa.
L'operatore deve porre molta attenzione a non creare un rapporto di dipendenza però che in questi casi è piuttosto frequente e, ogni tanto, deve rimanere presente ma in un'altra veste, lasciando il ricevente e staccandolo dall'idea di aver bisogno di trattamenti. Ma rimanendo sempre pronto a riprenderli.

giovedì 12 febbraio 2009

Tutti i pesci cadono in rete

La rete, sì, sì, proprio lei, ovvero Internet. Uno strumento che dovrebbe servire a mettere in comunicazione, a scambi di opinioni veloci e ad informare di più le persone. Perchè, come una volta erano alcune radio, è libera. O almeno dovrebbe esserlo.
In realtà la rete in Italia è davvero poco frequentata, ma anche quei pochi diventano troppi per l'uso che ne fanno. La rete è solo un modo per autocelebrarsi, per mettersi in mostra. Per parlarsi addosso anche. E quindi si perde lo scopo primario di scambio e condivisione.
Io pubblico qualcosa che in realtà nessuno leggerà veramente perchè troppo preso dalle cose, le sue cose, che deve scrivere.
Quando rimani disoccupato di tempo ne hai parecchio, riciclarsi è un'operazione lenta che richiede mesi. Quindi da ormai tre mesi navigo a più non posso. A volte anche per tutto il giorno. E tranne rare eccezioni, dove lo scambio è stato un piacevole momento di condivisione, ho visto e letto personaggi che altro interesse non hanno al di fuori di se stessi.
In compenso questi tre mesi mi stanno facendo recuperare il piacere delle passeggiate a piedi e delle buone letture.
Spiacente, ma per me non c'è sito al mondo che potrà mai sostituirsi ad un buon libro.

martedì 10 febbraio 2009

Tanto rumore per nulla

Deve proprio far parte del dna della nostra società questo atteggiamento di fare tanto rumore per nulla. Il caso Eluana Englaro fa discutere ad alta voce il paese. Anche se Eluana è morta ieri. Ma in Italia le opinioni contano più dei fatti e i giornalisti devono pur continuare a lavorare.
Sul sito del Vaticano è possibile reperire informazioni circa un atteggiamento considerato più o meno "morale" rispetto alla vita e alla morte, rispetto al suicidio, all'eutanasia. Ma soprattutto rispetto all'accanimento terapeutico.
In parole povere, la Chiesa non condanna chi decide di sospendere cure forzate che diventano accanimento terapeutico e che possono ledere la dignità della persona, come nel caso di Eluana. Eppure il padre ha dovuto lottare per poter dare alla figlia una morte dignitosa. Si è preso cura di lei fino all'ultimo e l'ha accompagnata anche, con tutto l'amore di un genitore che perde una figlia per un tragico incidente. Un dolore che non ha parole di conforto e che raramente può essere compreso nella sua intensità.
E invece, nemmeno dopo il decesso della ragazza, si rispetta davvero la vita, con un silenzio che sarebbe auspicabile e che è stato espressamente richiesto dal padre di Eluana.

lunedì 9 febbraio 2009

Senza confronto

Perchè giggionarsi nelle proprie capacità?
Al mondo ci sarà sempre qualcuno più bravo, più intelligente, più bello, più, insomma. Le mie piccole conquiste sono piccole appunto e non devo mai perdere di vista il contesto generale, la proporzione delle cose. Ma accade, talvolta accade. Quando non c'è confronto con gli altri, con il mondo. Quando mi chiudo in un minuscolo universo personale e lo prendo per altro da quello che è. Fermando anche l'evoluzione, la mia crescita spirituale.
Se siamo qui e tutti i giorni camminiamo verso un non dove, verso qualcosa che non sappiamo bene cosa sia, un motivo deve pure esserci. Ma quel qui non è fatto solo di me, ma ti tutto ciò che ruota intorno a questa terra e di cui spesso ci si dimentica. Io esisto perchè il mondo esiste, ma non il contrario perchè il mondo continuerà ad esistere anche dopo di me. Come già aveva fatto prima di me.
Quell'Io che diventa un Ego spropositato fino a farsi ridicolo. Quell'Io, tanto in vigore all'inizio degli anni Novanta, sarebbe bene riporlo in un cassetto, perchè ha davvero esagerato. Si è espanso fino all'impossibile, fino a farmi perdere di vista il percorso e me stesso anche. Quell'Io che era da recuperare, perchè ognuno di noi deve essere consapevole di se stesso per esserlo poi del mondo, adesso ha stancato. Perchè è sempre sopra le righe.
E' tempo di ritornare sul sentiero dove l'Io non è nulla senza il noi e voi e loro. Facciamo calare il sipario sull'Io diventato Ego. Ricominciamo a vivere e facciamolo nel mondo. In un mondo dove io, senza esso, nemmeno esisto.

giovedì 5 febbraio 2009

Il chirurgo clandestino

Ho aggiunto alcune slide alla fine di ogni pagina del mio blog. Voglio che rimangano lì perchè narrano la storia di un chirurgo clandestino, Hamilton Naki. Una storia bellissima e vera che dimostra quanto la via del fare sia l'essere e quanto la sostanza delle cose conti più della forma. Il primo uomo al mondo che Barnard ha voluto nella sua equipe medica, nonostante fosse senza laurea, per il primo trapianto di cuore che lo ha portato alla ribalta. Barnard è arrivato al successo, mentre quest'uomo è rimasto nel silenzio più assoluto, ma ha fatto davvero molto. Ma doveva rimanere clandestino, perchè stiamo parlando del Sudafrica e di un uomo di colore, noto a tutti per le sue straordinarie capacità (era un autodidatta che ha iniziato come inserviente in ospedale dove ha imparato tutto e si è messo al servizio della Medicina e degli altri), ma purtroppo non riconosciuto pubblicamente. Un uomo pagato come giardiniere, andato in pensione con 250 dollari al mese, perchè di più nemmeno l'ospedale poteva fare. Vigevano le leggi dell'appartheid, un nero non poteva fare il medico, nè poteva essere pagato per le sue effettive mansioni. E' scomparso nel 2005 ma quello che ha fatto deve essere ricordato.
Una storia e un uomo da conoscere. E al quale dire grazie di cuore.

martedì 3 febbraio 2009

Ma perchè?

Ma perchè tutti sembrano aver ceduto alla cultura del voltagabbanesimo?
Oggi ti dico una cosa, domani è vero il contrario. In un'ottica di utilitarismo, naturalmente. Le persone esistono fino a che ci servono. Perchè la verità è ciò che di più lontano sta dalle persone?
Di cosa abbiamo paura? Del contatto, della relazione interpersonale, di qualcuno che possa conoscerci e magari criticarci anche? E con quella critica aiutarci ad andare avanti meglio?
Abbiamo timore del nuovo? Cosa ci spaventa davvero? Occhi che ci guardano in modo diretto. Preferiamo rimanere nel gruppo ristretto, in un luogo dove possiamo riconoscerci e sentirci riconosciuti anche. Dove possiamo smettere di crescere forse, di evolverci, per stare più tranquilli. Rilassati a riposare. Il nuovo diventa impegno, entusiasmo e voglia di scoprire anche. Troppo faticoso e richiede tempo.
Non abbiamo tempo, non c'è più tempo per nulla, nemmeno per vivere.
Forse, sarebbe il caso di meditarci sopra.
Perchè, se non abbiamo più tempo per vivere, allora che ci stiamo a fare qui?

lunedì 2 febbraio 2009

Una piccola soddisfazione personale

Ricevente femmina, 32 anni affetta da ipertiroidismo. Fastidiosa tachicardia che permane nonostante la terapia medica tradizionale e nervosismo.
Dopo 4 trattamenti consecutivi e due di mantenimento, tutti i valori clinici sono rientrati, la tachicardia è sparita e la ricevente si sente energica e tranquilla. Vuoto di Yin di Fegato e Rene da tonificare.
Ho agito in particolare su Fegato, Cuore e Rene, anche secondo la teoria dei cinque movimenti (tonifica la madre per trattare il figlio: tonifichi Rene per il Fegato). Ho utilizzato la combinazione Siguan in un trattamento, i punti Mu di Fuoco (Cuore e Ministro Cuore) e un "Cuore a Cuore", ovvero il suo e mio Cuore in sintonia e con contatto.
Ho proseguito con i punti Yuan che ho trattato anche durante il mantenimento: R3, F3 e C7

nota personale: lo shiatsu porta ad una maggiore consapevolezza e all'autoguarigione.