martedì 31 agosto 2010

La tua voce

E' come un'onda
acqua di mare
in cui ti lasci
avvolgere
e scivolare
La tua voce
è spuma bianca
morbida e sottile
con un preciso timbro
Profonda
nel sussurro
decisa nelle parole
che raccontano
di altri luoghi
di altri tempi
Come fosse
un viaggiatore
mai stanco di errare
da un capo all'altro
del mondo
Come una fotografia
dove puoi vedere
quello che c'è
da sapere
La vibrazione
accarezza la mia pelle
con un tono delicato
In cui perdersi
per poi riemergere
proprio a riva
dove la sabbia
è calda
bagnata dal sole
che tramontando
fa rilucere
ogni marea

lunedì 30 agosto 2010

Ti avrei fatto ridere

Fermare il tempo
al preciso istante in cui
la tua mano si è posata
sulla maniglia
Aprendo quella porta
a un vento leggero
a un incrocio di rami
a un destino improbabile
a un incontro possibile
Vorrei essere capace
di inventare i giorni
e notti perenni
per far tornare
quel timbro al microfono
A Vent'anni avevi
anche tu
il mondo tra le dita
e ci giocavi
Ti vedo ancora
bambino
dalla voce grossa
mentre cammini
verso chissà dove
Ancora oggi hai
mantenuto inviolata
la capacità di
spalancare mondi
e cogliere i colori
in un paesaggio lunare
grigio e piatto
Vorrei poterti dire
e raccontarti
di cose che non sai
Inventerei per te le stelle
un cielo diverso e nuovo
dove annullare
ogni temporalità
e così cullare
ogni tuo sogno
che è rimasto intatto
scrigno segreto
di un desiderio

martedì 24 agosto 2010

Shiatsu

a Stefano



Quel filo rosso

è ancora lì

ad unire

a superare

ogni limite

Quella che

solitamente

è definita

impenetrabilità

dei corpi

Una pressione

tocco del Cuore

che arriva giù

nell'Anima

Sogni, dolori

condivisioni

d'esperienze

che creano

inevitabili

sintonie

Come un pensiero

che vola alto

e atterra piano

facendosi

pura energia

Un punto dopo

l'altro

quelli di

un viaggio

un percorso

che non può

finire

Ma che

rinasce

perchè è

sempre capace

d'andare oltre

E ricordarti

che le tue mani

cantano

una canzone d'amore

sabato 21 agosto 2010

Culture millenarie



Chiedo perdono, prima ancora di iniziare a scrivere questa nota. Ma io proprio non ci riesco a vedere culture millenarie che vengono banalizzate, attribuite a personaggi cinematografici dalla vita dubbia che poco hanno avuto a che vedere con queste culture. Yin e Yang non appartengono a Bruce Lee, come a lui non appartengono le frasi di Confucio o quelle di Lao Tze.

Non si può ridurre un simbolo come il Tai chi (quell'immagine rotonda, metà bianca e metà nera) e appiattirla per poterla fare entrare in una beauty farm. Io mi rifiuto di aderire a questa cultura da settimana enigmistica. E non mi si dica che sono dettagli insignificanti. Già parlare di dettagli in questo modo vuol dire aver capito poco di quelle filosofie. Ammetto che c'è una certa distanza con il nostro modo di pensare e ammetto anche che nella nostra ricerca del benessere (che non è MAI la felicità) ci siamo avvicinati a manuali da 4 soldi, magari comprati in stazione mentre aspettiamo il treno.

E allora cerchiamo di sgomberare il campo da un po' di fandonie.

Ying e Yang, la loro teoria risalgono a millenni fa, a prima di Cristo, a prima di Cartesio, a prima del dualismo, a prima che ci insegnassero che la nostra vita ha un'evoluzione da linea retta. Per i cinesi antichi, tutto è circolare, i fenomeni lo sono e non c'è dualità, non c'è anima-corpo, nè Universo-individuo. Tutto è collegato, quindi l'Uomo è uno, microcosmo che riflette il macrocosmo, ed è fatto di cose sostanziali e insostanziali. Non è diviso in parti e quando viene "curato" viene inevitabilmente preso in carico l'aspetto fisico e quello psichico o mentale che dir si voglia.

La consapevolezza è parte integrante di quel percorso che intraprendiamo per il nostro benessere. Consapevolezza di noi stessi (del nostro corpo, del suo linguaggio, della nostra mente e di ciò che ci comunica) e del mondo. Essere consapevoli vuol dire avere coscienza, e conoscienza e quindi saper ascoltare cosa ci dice il nostro io materiale e immateriale e cosa ci dice il mondo.

Yin e Yang vengono semplicemente definiti come opposti, ma complementare. Non c'è giorno senza la notte e non c'è Yang senza Yin. Seguire la Via, il Tao vuol dire seguire quello che accade, vivere, ma senza eccessi. Quindi, tutto è contemplato, emozioni e desideri, ma senza che questi siano in grado di tenerci in giogo. Per questo occorre essere "centrati", ovvero presenti a se stessi. Questo è anche il significato della frase "esserci, qui e ora" tipici dello zen che non vuole attribuire nessuna sacralità agli atti quotidiani, ma semplicemente comunica di vivere come un fiore, che non si pone tante domande, è e basta. Riuscire ad interiorizzare i concetti di Yin e Yang, affinchè diventino parte integrante della nostra vita, non è affatto facile e richiede anni di lavoro e studio. La nostra cultura è altrettanto millenaria e non si possono sradicare le sue radici, anche perchè viviamo qui in questo mondo, fatto di fretta e stress, di impegni continui, di fare per poter avere e non per poter essere. Però, si può imparare a fare convivere le due cose, questo sì, integrare le teorie orientali nel nostro modo di vivere. Imparare a respirare con l'addome e in profondità, anche se la vita metropolitana chiederebbe al tuo diaframma di alzarsi e trattenere il fiato.

Ma banalizzare tutto questo ad un ricetta per ottenere la felicità, è anche tipico della società in cui, nostro malgrado, siamo costretti a vivere, con i suoi schemi preconfezionati, con i suoi ruoli, con le sue maschere e i suoi palcoscenici.

In altre parole, vuol dire viaggiare verso la direzione opposta a quella della consapevolezza.

sabato 14 agosto 2010

Il colore del ponente





Blu di vento
che asciuga tristezze
e ritorni a spirale
come carezza leggera
dal dolce andamento
Come la mia terra
quella dal colore brunito
con i campi squadrati
ed il silenzio dei pioppi
Calotta di cielo
in onde striscianti
Forse è malinconia...
Per me solo un momento
e mesta tristezza
che morbida avvolge
le pieghe della pelle
E se coprisse il mio viso
avrei occhi d'acqua



13/03/1987

venerdì 13 agosto 2010

Conflitti

Almeno parliamone
di questa logica assurda
di economie del potere
Di armi, di bombe
di rumori assordanti
che non liberano
mai
Parliamo dei vecchi
dei bambini strappati
all'infanzia
delle donne incapaci
di generare
Il mondo piange
e nessuno si accorge
delle sofferenze
che vanno al di là
del concepibile
Della paura
di camminare
di parlare
di guardare
di vivere
Parliamo dei mostri
mai necessari
che producono solo
dolore sordo e cieco
negando il futuro
piegando giorni
che sono di altri
negando diritti
che sono di altri
La guerra peggiore
la vedi negli occhi
e porta un solo nome
Indifferenza

mercoledì 11 agosto 2010

Gallura

Nel silenzio ritrovi
l'ordine magico
dei pensieri perduti
Le strade vuote
dove
le anime erranti
vagano senza posa
in cerca di assenze
La pioggia bagna
ciò che il vento
asciuga
Chiudo gli occhi
e lo sento
il profumo del cisto
la vedo
la linea irregolare
delle rocce a picco
Mio quel paesaggio
e quella terra
indomabile
mie le sue asperità
i sapori delicati
e i sorrisi rudi
Mio quel mare
così buio e profondo
così trasparente

lunedì 2 agosto 2010

Scelte non facili

Che qualcuno mi spieghi
come funzionano le cose
perchè non l'ho ancora capito
Dov'è la fine
della cattiveria
l'egoismo di qualcuno che
ha la pretesa poi
di farsi chiamare padre
E cosa allora
si definisce giusto o
sbagliato che sia
quando cerchi solo
di difendere
dimenticare il male
Dimmelo tu
che hai il passo leggero
e lo sguardo limpido
Dimmelo ti prego...
difendere chi non vede
l'evidenza e la nega?
Difendere un mondo
che gira al contrario?
Trovare la forza per chi
non vuole, ma non ha
l'età per capire
Forse è meglio
lasciar scivolare tutto
e quando o se
arriverà un giorno
in cui l'assurda guerra
cesserà di essere con
tutte le minacce
e saranno loro
i miei figli
a farne le spese
Quel giorno
li guarderò dritto negli occhi
e non potrò dir loro altro
se non, semplicemente
"mi dispiace"