sabato 28 dicembre 2013

L'urlo


Rovescerò il mio cuore
sull'universo distratto
e farò fremere corde
dell'ego irrisolto
fino a scuoterlo
Sarà uno squarcio
un urlo d'anima
come un lampo
che sveglia l'assopito
dalla pigrizia estrema
Non sentirò suppliche
nè ascolterò parole
procederò spedita
con gli occhi chiusi
fino alla fine del tempo

giovedì 19 dicembre 2013

Il mio mondo


Valigie piene di libri
non per partire
ma per viaggiare
Pagine sfogliate
non certo a caso
per poter capire
E i forti colori
di quelle pareti
a catturare sogni
Parole incatenate
che diventano storie
a volte immagini
Mentre tutto converge
nel tocco lieve
che si fa sorriso

venerdì 13 dicembre 2013

Essere niente


Nulla ho seminato
e così ho raccolto
in un profondo sonno
vuoto di sogni
Mentre la polvere
si posava sulle cose
mi ritrovavo avvolta
nelle sue nuvole
Era la trasparenza
a non permettere
all'urlo tagliente
di farsi ascoltare
Ora mi affaccio
a finestre fittizie
e stanca del vacuo
le richiudo piano
Ci sono giorni
in cui è bello
essere niente

Random


A zonzo e a ritroso
nel tempo perduto
girovagando
nel pensiero passato
Come se le porte
di dimensioni
parallele e distanti
si aprissero all'unisono
Raggomitolo il filo
per aprire gli occhi
che seguono voci
e realtà del presente

martedì 10 dicembre 2013

Falene


Come tante falene
inseguiamo luci
che sono illusione
Ci perdiamo le ali
in un lontano volo
che ci brucerà
Non è sole quello
che si specchia
con vanità altera
E' solo un riflesso
di ciò che vorremmo
ma che caparbiamente
allontaniamo da noi

giovedì 5 dicembre 2013

Il canto del vento


Come un colore diluito
si stempera la rabbia
e scivola sulle carezze
facendosi brezza d'isola
Ciò che conta alla fine
è il canto del vento
e le storie che racconta
asciugando i pensieri
Fluttua la corrente
che non cerca soste
e i miei occhi curiosi
la seguono da vicino
Sarò pronta un giorno
a raccogliere le sillabe
dimenticate dal ponente
narrandole a nuova vita

venerdì 29 novembre 2013

Tutti i passi


Ma se anche camminassi
fino alla fine del mondo
sempre mi ritroveri
al centro del mio essere
Pura imperfezione di
energia in espansione
capace di dilatare tempi
e spazi a tratti vuoti
E tutti quei passi
sarebbero ancora
segni di un viaggio
perpetuo movimento
Come fosse un lieve
soffio al cuore
che lacera respiri
senza lasciare traccie

sabato 23 novembre 2013

Quel salice


Che ci fa lì quel salice
che piange sconsolato?
Lascia cadere fronde
cariche di pioggia
che nessuno ascolta
Come se la voce
fosse soggettiva
un semplice pianto
che rimane silenzioso
ammutolendo il bosco
E sarà proprio qui
che io ti aspetterò
a braccia aperte
cariche di sogni
per il nostro mattino

venerdì 15 novembre 2013

Briciole


Raccolgo briciole
da un davanzale
ma non canto
non più ormai
Sulle mie ali
sto a guardare
il disfacimento
piuma dopo piuma
Un'epoca errata
che adesso
non mi permette
di volare via

sabato 9 novembre 2013

Parole mute

Quanti silenzi
inutili e inefficaci
ci portiamo dentro
cancellando il timbro
di voci nascoste
che ci perseguitano
E quante le parole
mai pronunciate
diventate fantasmi
aggrappati a memorie
che distorcono
i suoni dei ricordi
Tanti sono i giorni
nei quali parlavo
e tu non ascoltavi
Ora guardi
e non comprendi
il mio sorriso
che si affaccia
dalla finestra chiusa

venerdì 8 novembre 2013

Energia


Come un fior di loto
al contempo
carnoso e leggero
naviga a pelo d'acqua
lasciando cerchi
concentrici
che si espandono
anelando al Cielo 
Così viaggia
il mio respiro
per farsi energia
e diventare tramite
d'un solo segno
che arrivi al Cuore
parlando d'Universo


mercoledì 23 ottobre 2013

Sogno



Seguo i miei piedi
senza cercare segni
domande mal riposte
E in quel silenzio
di un passo dopo l'altro
arrivo al mio mare
Ritrovo anche il caos
che è limpido fluire
senza sbavature
Rallento il ritmo
per osservare l'onda
impressa sulla sabbia
Quando mi sveglio
sono ancora qui
con occhi ben aperti


mercoledì 16 ottobre 2013

Tu eri


  1. Inaspettato e improvviso
    arriva quel singulto
    mentre gli attimi peggiori
    si aggrappano all'anima
    travestiti da ricordi
    Di conseguenza le lacrime
    e ancora quel dolore sordo
    di un'assenza infinita
    mentre guardo le mie
    mani che sono le tue
    Tu eri l'imperfetta sintonia
    dell'intelligenza capace
    di uscire dal luogo comune
    di elevarsi e trasformarsi
    in amore circolante
    Io ero l'impotenza
    che si faceva squarcio
    e carezza lacerante
    racchiusa in un sorriso
     

sabato 12 ottobre 2013

L'onda anomala


Non ditemi vi prego
del mare assassino
o della distrazione
che ne fa macelleria
Se poi il fratello
sta in agguato
con un pugnale in mano
Cavilli di legge
e tempi ristretti
sono solo convenzioni
in assenza di volontà
E quell'onda anomala
è pecora travestita
da famelico lupo
indifferente e immune



venerdì 11 ottobre 2013

Attorniata da stelle


Mi accuccio in un angolo
per osservare meglio
ciò che non mi piace
e crea un piccolo disagio
al centro dello stomaco
Ascolto cascate di parole
e ricompongo discorsi
che non mi permettono
di vedere l'essere
che al contempo non è
E finalmente il cielo
si apre nel silenzio
mio alleato compagno
di un lunghissimo viaggio
dove semplicemente sono


giovedì 26 settembre 2013

Ridisegnare il cielo


Sono strascichi di polvere
e non code di stelle
solo attimi di conferma
del più assoluto vuoto
che mi ritrova distante
Cose di poco conto
velocemente eliminate
dalla punta di uno straccio
che non sa trattenere
quello che non serve
Ridisegnare il cielo
cambiando le forme
alle nuvole in viaggio
affinchè siano leggere
di linguaggi onirici
che traboccano i giorni

venerdì 13 settembre 2013

Vivo mondi

Che posso fare
se il cuore trabocca
di tinte accese?
Assecondare piano
quel movimento
e la mano lieve
che disegna onde
Essere oltre sè
per raccontare
di veglie dolorose
e sogni appaganti
Chiudo gli occhi
solo per un attimo
ed è così
che vivo mondi

martedì 3 settembre 2013

Le due epoche della Cina

 
Mo Yan – Le rane – 382 pagine. Einaudi 



Se una cultura è millenaria, niente distruggerà davvero le sue radici. Questo emerge dall’ultimo libro del Nobel della letteratura Mo Yan che narra la storia di un villaggio, e dei suoi abitanti, della Cina agricola tra due epoche, subito dopo la rivoluzione culturale di Mao e ai giorni nostri. E lo fa, in particolare, tracciando un personaggio, una donna, la zia del protagonista Girino (nome d’arte scelto dal protagonista che vuole diventare un commediografo e scrivere un’opera alla maniera di Sartre), Wan Xin una levatrice, un’ostetrica che all’inizio farà nascere molti bambini, poi dedicando la sua vita al partito e alla rivoluzione culturale di Mao, abbraccerà la filosofia della pianificazione delle nascite. Praticherà aborti, anche oltre il termine e per questo diverse sue pazienti moriranno, compresa la prima moglie di Girino. Del resto la pianificazione era stata programmata per migliorare le condizioni di vita dei cinesi, ma lo scontro con una cultura di tipo agreste e al contempo millenaria che vede nel Cielo una volontà precisa, quella di unirsi alla terra per dare vita, qualcosa che per i cinesi viene considerato sacro. Superata la pianificazione però, le condizioni cambieranno per molti cinesi che non saranno più obbligati a limitare il numero dei figli, ma anzi. La stessa Wu Xin (e Xin in cinese mandarino vuol dire cuore) ritornerà a far nascere bambini, contemplando il miracolo della vita. Wan Xin è famosa tanto che l’interlocutore del protagonista, che è il signor Sugitani, chiede a Girino di scrivere una commedia con le sue gesta. La zia del protagonista è spesso paragonata alla venerata dea della fertilità Niann Gniang. E alla fine del libro, ci saranno appunto nove atti della commedia dove il lutto, la nascita, l’amore e la ricerca della felicità, oltre che del benessere, saranno i temi principali nel cambiamento d’epoca.
Dal punto di vista narrativo, Mo Yan ha usato diverse tecniche narrativa, dall’epistola alla sceneggiatura, miscelando in giuste dosi gli argomenti trattati con gli artifici letterari. E la Cina, la rivoluzione di Mao e le diverse epoche, sono messe in evidenza nei loro chiaroscuri. Mo Yan non dà giudizi definitivi, semplicemente narra e si limita a registrare le luci e ombre di un periodo, a volte travagliato e di un paese che ancora oggi non ha raggiunto un reale equilibrio, perso nella crescita esponenziale, non tanto demografica, ma economica. Non si può giudicare, perché nonostante tutto, nonostante le critiche anche feroci mosse ad alcune decisioni politiche, Mo Yan ama il proprio paese e lo fa amare al lettore che si perde tra le vicende di un villaggio di contadini, ricchissimo di usanze descritte fin nei minimi particolari. I suoi personaggi pensano spesso ed in loro emergono le passioni tipicamente umane, eppure quasi tutti si lasciano in un certo senso trasportare dal vento ineluttabile di un destino, come se implicitamente accettassero quello che la vita propone loro. Più che giudicare, c’è il tentativo di descrivere e di far capire un’epoca, a volte contraddittoria, dove la famiglia appare come un valore assoluto e indissolubile. I propri familiari si amano a prescindere, così come i propri amici, indipendentemente o quasi, dagli atti che compiono. La famiglia è intesa nel senso più allargato del termine, ma è comunque qualcosa che fa parte dell’uomo, per Mo Yan, più di quanto possiamo pensare.





mercoledì 21 agosto 2013

Tu


Tu non cerchi
l'autenticità
e preferisci
di gran lunga
quel falso
che dà forma
all'immaginario
Non resiste
al tempo
ma dà forza
all'illusione
che tu sia
amato
più che eterno

lunedì 12 agosto 2013

Un fango di niente




Ci si impantana
in un fango di niente
per l’incapacità
di un solo attimo
di non chiedere
semplicemente scusa
Con calce e mattoni
si creano muri
insormontabili ostacoli
e tristi montagne
che porteremo addosso
per l’intera vita
E nulla rimane
se non la vacuità
del sempre apparire
così lontani dalle stelle



martedì 16 luglio 2013

Il sogno ci salva dalla vita

Murakami Haruki – La ragazza dello sputnik – 216 pagine. Einaudi


Se la vita si fa insopportabile il sogno ci viene in aiuto. E' questo l'assunto principale di questo libro di Murakami, scrittore giapponese piuttosto amato in Italia per la sua capacità di incantare il lettore in una serie di avvenimenti che spesso utilizzano il linguaggio onirico.
E' una storia di intrecci e situazioni che si complicano per i tre personaggi principali, la voce narrante, un insegnante innamorato di Sumire che vuole diventare scrittrice ma che inciampa nell'amore per Myu una donna sposata che è divisa a metà, perchè 14 anni prima ha avuto una esperienza di sdoppiamento della personalità mentre si trovava su una ruota panoramica. Sumire la soprannominerà “la mia ragazza dello sputnik” per un gioco di parole e fraintendimenti su un romanzo del quale le due donne parlano quando si incontrano. Ma lo sputnik diventa anche l'emblema dell'uomo: un satellite solitario che a volte incontra altri satelliti ma che ne rimane distante, “come se la terra si cibasse delle nostre solitudini”.
E' un libro dei segreti anche, dove la comprensione altro non è che una serie di fraintendimenti che ci portano a capire gli eventi. Causa ed effetto sono considerati inscindibili come il contenuto e la forma e questo genera confusione. Il linguaggio risente delle suggestioni pop e dell'arte urbana.
Lo scrittore giapponese ci porta dritto verso una domanda complessa e semplice al contempo: ci si perde o ci si trova strada facendo? La storia si presenta come intricata, piena di colpi di scena dove diversi livelli e piani di esistenza convivono. Gli eventi traumatici portano ad uno sdoppiamento, che non è quello concepito dalla disciplina psicologica, ma che è piuttosto un vivere su due piani diversi, al di là e al di qua di uno specchio. La dimensione del reale convive con quella del sogno e forse la soluzione ad una vita che si fa opprimente e che non ci permette di realizzarci appieno è proprio questa sorta di fuga nella dimensione del sogno, dove possiamo vivere liberi da ogni condizionamento o trauma che limita i nostri movimenti. Murakami dà alla luna, più precisamente alla luce della luna piena, il potere di accesso ad entrambe le dimensioni, intese in ultima analisi come morte e vita che sono indissolubilmente legate tra loro. Un tema ricorrente in questo scrittore, che narrando sembra cercare una risposta che non dia al distacco il senso di lacerazione, ma piuttosto di integrazione. Sumire sparirà ad un certo punto della storia, perchè entrerà in un'altra realtà, quella del sogno e il narratore continuerà ad amarla e in un certo senso ad attenderla. Ma anche nella telefonata finale dove la ragazza dirà con gioia “sono tornata” ad un certo punto la linea cadrà e il lettore rimarrà sospeso in un finale che lascia a lui la scelta: quella telefonata può segnare un reale ritorno oppure può essere un semplice sogno del narratore. Come se Murakami, sorridendo suggerisse ai lettori di prendere il sentiero che più sentono idoneo al loro essere, come se ognuno di noi fosse libero di scegliere, tra veglia e sogno, la dimensione nella quale vivere. Quello che appare chiaro invece è questo stimolo pererenne all'autorealizzazione, ad uscire di scena, ovvero a trovare la propria dimensione di vita, quella che ci permette di essere veramente liberi.

Bianca Folino


venerdì 12 luglio 2013

Un volo di cielo


Segui il tuo respiro
lui ti porterà giù
in un viaggio remoto
dove non c'è luce
Ma attraverso il buio
scoprirai i colori
che fanno così belli
i tuoi occhi che non vedi
Tu non lo sai
ma quelle trasparenze
sanno di mare
che increspa le onde
ne muta le forme
fino a farle essere
ali pronte a spiccare
un volo di cielo


giovedì 11 luglio 2013

Voce di sirena


Non sarà il silenzio
a fermare il passo
che svelto procede
non certo per timore
Stringerò l'indifferenza
e tuffandola nel mare
l'affogherò nel fondo
senza lasciare tracce
Ringrazierò la luna
per la sua luce
che attrae le onde
come fosse un canto
Ascolterò le sirene
senza mai seguirle
e dalla loro voce
tirerò fuori storie

sabato 6 luglio 2013

Quella scrittura che salva la vita

Reinaldo Arenas – Arturo, la stella più brillante – 78 pagine. Cargo edizioni

Questa è poesia in forma di prosa. Non c'è alcun dubbio e devo sottolineare come questo scrittore, scomparso a New York nel '90 a causa dell'Aids, esule da Cuba, sia stato frainteso. Questo è un breve racconto dedicato all'amico dello scrittore cubano, Nelson Rodriguez Leyva, internato nei campi di concentramento per omosessuali conosciuti ufficialmente come campi di aiuto alla produzione agricola. Spesso si è detto che Arenas sia stato perseguitato perchè scrittore, in realtà lo è stato in qualità di omosessuale, mai accettato da una società che solo oggi sta diventando meno omofoba, e non solo a Cuba direi. Non è tanto il regime in sè che Arenas critica (ricordiamo che da giovanissimo si era unito ai ribelli durante la rivoluzione), ma i metodi usati da questo regime per reprimere l'omosessualità, ovvero le incarcerazioni immotivate e il famoso “confino” degli anni '80, con il quale Castro si è in un certo senso liberato da quelle persone considerate malate di mente o, appunto, omosessuali. Del resto tante cose sono cambiate dalla caduta del muro, dal '90, anno della scomparsa dello scrittore cubano.
Arenas è un ribelle e per questo si oppone a chi vorrebbe farlo vivere in un altro modo, a chi vorrebbe che scrivesse altre cose, più che altro che fosse un'altra persona diversa da quello che è. Non vuole definizioni, nè schemi o suggerimenti di vita. Del resto ognuno di noi è unico e non tutti riescono ad uniformarsi a schemi imposti o vogliono essere definiti.
In questo racconto, non viene utilizzato affatto un linguaggio barocco, così come qualcuno ha detto, piuttosto si tratta di poesia pura in forma di prosa. Ermetica a volte, e non afferrabile da subito. Ma procedendo nel racconto, il lettore si accorge che c'è un gioco, quello tra la realtà e il sogno, anche ad occhi aperti. Il modo di Arenas per poter vivere è quello di “costruire”, ovvero immaginare una realtà parallela nella quale si è liberi di essere chi si è, senza nessun limite. E, soprattutto, attraverso la scrittura la vita diventa più sopportabile.
E' in questa realtà parallela che appaiono gli scherni anche della sua famiglia di origine, perchè la sua omosessualità non è accettata nemmeno dai fratelli o dalla stessa madre. E al contempo lo scrittore cubano si identifica nell'amico Nelson tanto da far diventare questo racconto ricco di particolari autobiografici, come se Arenas si trasformasse in Nelson, ovvero in Arturo.
Ma non è solo il regime a non essere accettato dallo scrittore che non si vuole uniformare a nulla, anche gli stessi omosessuali compagni di prigionia lo obbligano a “mossette e urletti, a sculettare e ballare” e lui sente tutto questo come artificioso, come se ci fosse uno schema da seguire nel vivere e nel comportarsi, solo perchè si è omosessuali. Del resto esistono paesi, sicuramente non più a Cuba, dove ancor oggi gli omosessuali vengono perseguitati pesantemente, come per esempio in Jamaica.
Alla fine del libro c'è una lettera nella quale Arenas spiega che l'Aids gli impone di togliersi la vita perchè non gli dà più modo di lavorare, ovvero di scrivere. Almeno in Usa nessuno lo ha perseguitato per i suoi gusti sessuali diversi, si è sentito libero, ma pur sempre esule, lontano dal paese nel quale avrebbe voluto vivere. La chiusa della lettera è molto chiara: “Esorto tutto il popolo cubano a lottare per la libertà. Il mio non è un messaggio di sconfitta, ma di lotta e speranza. Cuba sarà libera. Io lo sono già”, perchè è proprio nella morte che si realizza quella libertà di essere che appare qui tracciata dai sogni ad occhi aperti fatti da Arturo. Essere liberi di essere chi si è, senza per forza sentirsi diversi, un diritto di ogni uomo, una battaglia che ancora oggi si gioca su diversi fronti e in diversi paesi.

Bianca Folino

giovedì 4 luglio 2013

L'illusione


Quando le cose
sono sottomano
inizi ad ignorare
illudendoti di
sapere tutto
Ogni piega
e sfumatura
di un filo di seta
che percorre
strade tortuose
movenze di stoffe
e cadenze di luce
Come se fosse
certo che il sole
domani e dopo
splenderà ancora

mercoledì 3 luglio 2013

Ritmo di cielo


Piccole conchiglie
orfane dei loro paghuri
riflettono l'eco dell'onda
perfettamente consce
di ciò che regola l'universo
quello che ci portiamo
sulla pelle che vibra
Metto le mani in tasca
e tiro fuori i ciottoli
non per divinazione
sono attimi vissuti
Preziosi momenti
quando all'improvviso
occhi stanchi si tuffano
in altri che sanno di mare
per ritrovare meraviglie
e quel ritmo di cielo
che ci governa


sabato 29 giugno 2013

Piccoli punti


Più che alle parole
credo al sentire
delle mie mani
apparentemente cieche
ma capaci di cantare
Quei piccoli punti
quasi invisibili
sono come una mappa
che segna percorsi
Puoi negarne l'esistenza
ma loro sanno di te
Puoi far finta di nulla
e voltare la testa
Ma puoi anche
imparare ad ascoltarli

Tutto scorre ma niente cambia

Banana Yoshimoto – Amrita – 305 pagine

Feltrinelli editore


Amrita vuol dire l'acqua che bevono gli dei. Questo è il nome scelto dal padre della protagonista che si trova ad affrontare un viaggio all'interno di se stessa, dopo un incidente che le farà battere la testa e, dopo essere stata tra la vita e la morte, perdere la memoria. E' una storia complessa dove i personaggi sono spiritualmente molto ricchi e il dialogo interiore non smette mai, tipo flusso di coscienza. Il romanzo è scritto in prima persona ed ha uno stile europeo, nonostante a fine libro ci sia un glossario per alcuni termini giapponesi.
Un viaggio nella vita di Amrita che ha percezioni di spiriti che potremmo quasi definire extrasensoriali e che sono in realtà tipiche della cultura giapponese. La spiritualità è intrinseca a queste pagine dove la protagonista si trova a fare i conti con la morte del padre, quella della sorella e una crisi che porterà suo fratello minore ad essere una specie di sensitivo che comunica attraverso i sogni. Amrita recupererà tutti i suoi ricordi, ma non per questo soffrirà meno delle varie separazioni che inevitabilmente toccano la vita di ognuno di noi. Le scene si svolgono in una casa dove le donne sono in maggioranza: ci sono sua madre, un'amica della stessa, sua cugina e suo fratello minore. E tra un'esperienza e l'altra, Amrita si scoprirà innamorata del cognato che, subito dopo la perdita della moglie partirà per un viaggio quasi perpetuo. Insieme andranno nell'isola di Samoa dove gli spiriti sembrano prendere corpo ad ogni angolo e dove una donna li calma attraverso il canto.
Ma quello che emerge è quel dolore che si prova di fronte a qualcosa che finisce, sia essa una storia d'amore o una vita. La separazione è qualcosa che genera una frattura nella nostra vita, sempre e non è così facile da superare. Ecco che in questo scenario gli odori e i colori diventano veicoli di ricordi che riaffiorano, silenziosi modi di comunicare delle menti. Non ci abituiamo mai alle separazioni. Come non ci abituiamo mai davvero al cambiamento. Vorremmo che tutto rimanesse qual'è, senza variazioni, ma sappiamo benissimo che non è possibile.
Rimangono indossolubili gli affetti, dei legami che non possono essere spezzati da niente, così come il rapporto tra Amrita e il fratello fa capire.
Le pagine scorrono veloci e piacevoli, come la vita così come ci viene narrata da Yoshimoto, come se fosse un inarrestabile flusso. La protagonista alla fine dice che in questo scorrere vitale, tutto rimane uguale, ma in realtà non è proprio così. Nella vicenda di Amrita quello che rimane uguale è proprio lei stessa, quindi ciò che è costante, oltre al cambiamento, è proprio la nostra centratura, ovvero il nostro centro spirituale. Che si nutre delle nostre relazioni interpersonali, in particolare dei nostri affetti, punti cardinali fondamentali del nostro essere, senza i quali, ci perderemmo irrimediabilmente. Solo attraverso gli affetti riusciamo a sopportare i distacchi a cui la vita ci sottopone e che in questo libro vengono descritti come vere e proprie lacerazioni. Ogni personaggio ha uno spessore psicologico profondo, che attira e fidelizza il lettore in un certo senso.
E' la religione delle piccole cose che riesce a farci sopportare la vita al meglio, anche le grandi tragedie che a volte ci colpiscono.

Bianca Folino

giovedì 27 giugno 2013

Lo sguardo vitreo


In quello sguardo vitreo
sta tutta l'indifferenza
un mantello scuro
che ti calza a pennello
I tuoi occhi anaffettivi
che cercano un appiglio
senza mai trovarlo
Forse non soffri davvero
ma il corpo cade
e sbilenco se ne va
in totale disarmonia
Non esiste moneta
che possa comprare sogni
nè aridità di pietra
che possa mutare
sentimenti che non hai

mercoledì 26 giugno 2013

Questo cielo


Ma dove finirà
questo cielo azzurro?
Così ampio e libero
di colori in contrasto
che nutrono l'anima
Voglio contemplarlo
e respirarlo bene
seguire attentamente
le sue tonalità
sempre mutevoli
come fossero nuvole
in un perenne viaggio
dove tutto ritorna
e ogni cosa si ritrova

sabato 22 giugno 2013

Cose che non sai


Ci sono cose
che non sai
attimi indelebili
di dolore sordo
e pianti lenti
d'amore ampio
quanto un respiro
Mi hanno mutato
fiorendo l'anima
che ora cammina
tra ghirlande
di nuovi colori
E proprio mai
potrebbe tornare
alla sua partenza

giovedì 20 giugno 2013

Scenari


Sono punti fissi
e immagini certe
quando nasciamo
Scorrono veloci
e si fanno flebili
fino a scomparire
E negli scenari
che cambiano
scopriamo attoniti
il nostro abisso

L'onda


Non pensare più
allontana lo sguardo
da ogni ricordo
Non cadere ancora
nella solita trappola
e procedi veloce
Verso l'orizzonte
in cerca del mare
perchè l'onda
ce l'hai negli occhi

martedì 18 giugno 2013

Frustrazione d'amore


Era una morsa
sempre ben stretta
e un vago desiderio
che sciupava il viso
perchè continuo
Non vedeva
nè sentiva
quell'anelito urlante
tra le rose sfiorite
Rimaneva semplice
vibrazione silenziosa
come fosse una lacrima
in caduta piana
attenta ad occhi
che avrebbero potuto
essere indiscreti
Ma che erano solo
e per sempre chiusi


sabato 15 giugno 2013

Occhi viaggiatori


Cerco l'onda del mare
per aggrapparmi alla voce
come fossi un rampicante
morbido glicine viola
che sembra lacrimare
Vedo invece solo asfalto
che pare duro al tatto
ma nell'ondivago calore
scioglie i pori del pensiero
in un moto perpetuo
Gli occhi sono viaggiatori
spostano spazi e tempi
e vanno esattamente là
dove vogliono stare

venerdì 14 giugno 2013

Come un mantra


Quel fremito
che attraversa
va fermato
con le mani
e non solo
prima che
diventi rabbia
e divori lento
ogni pensiero
Sblocca lo sterno
e respira
le immagini
che arrivano
dal tuo cuore
Continua ancora
e allarga
il diaframma
Diventa nuvola
trasportata dal vento
come un mantra

martedì 11 giugno 2013

Lacrime color pastello


E dagli occhi scendono
lacrime color pastello
come se l'anima
sconosciuta ai più
volesse sciogliersi
per non sentire
l'incomprensione
Lasciar andare i sogni
che hanno tinte forti
e così immergersi
nel flusso dei giorni
essere senza chiedere
per poter alfine volare

La morte non è altro che una trasformazione

Mathias Malzieu – L'uomo delle nuvole – 131 pagine. Edizioni Feltrinelli


Questo è il secondo romanzo pubblicato in Italia, ma il primo in ordine di scrittura del giovane narratore francese Mathias Malzieu, classe 1974. Questa volta ci propone la trasformazione, intesa come ultimo ed estremo atto della nostra vita. Una parodia sul legame inevitabile tra morte e vita che sempre ci spaventa.
La prima è appunto intesa come trasformazione estrema. Con l'usuale linguaggio ricco di lirismi, al quale ci ha abituato con “La meccanica del cuore”, questa volta Malzieu indaga sulle nostre paure, Claudman, ovvero l'uomo delle nuvole, nonchè protagonista di questa storia, un saltimbanco a volte ridicolo per la sua goffaggine, si trova alle prese con un tumore. Con lui viviamo, pagina dopo pagina, l'indebolimento e la caducità del corpo umano reso fragile dalla malattia, vissuta come una minaccia e un limite. Il tumore, chiamato in molti modi in questo romanzo e spesso paragonato ad un elemento della natura, come un cavolfiore, è ciò che limita il protagonista nella realizzazione dei propri sogni. In particolare ciò che Cloudman ha sempre cercato è volare e anche durante le proprie esibizioni provava ad imitare la leggerezza dei volatili. Non è importante il suo continuo fallimento, lo stesso che lo porterà in ospedale, dopo essere rovinosamente caduto durante un'esibizione e dove gli diagnosticheranno un tumore incurabile. Ciò che conta è la perseveranza, il protagonista, nonostante la malattia e i continui dolori, calmati solo da inizioni di morfina, continuerà a tentare, rubando le piume dei cuscini dell'ospedale per costruirsi due ali. Incontrerà un bambino che gli sarà compagno in questi sogni e in avventure immaginate e immaginarie. Fino all'incontro di un'affascinante creatura: metà donna e metà uccello, molto seducente, in realtà la dottoressa che lo ha in cura. Gli proporrà un patto, e se Tom Cloudman si abbandonerà ad un'estrema trasformazione in riva al cielo, potrà vivere, anche se le sue forme cambieranno, quanto la sua coscienza. Diventerà un uccello, questa sarà la scelta e non si trasformerà per vivere, per evitare la morte, ma in realtà sarà mosso dall'amore per quella donna, alla quale donerà un figlio, prima di trasformarsi definitivamente. Il linguaggio è lirico, le immagini si susseguono veloci quasi fossero pennellate di un dipinto. Ma tutta la storia si colora di oniricità, con esseri strani e fiabeschi e ambienti suggestivi e musicali.
Quello a cui il giovane scrittore francese, leader del gruppo musicale rock Dionysos, ci fa assistere è proprio una metafora che fa sembrare la morte meno spaventosa di come solitamente la percepiamo. Come se Malzieu suggerisse al lettore che non c'è nulla da avere paura, la morte è solo una trasformazione dell'uomo nei propri sogni. Ma soprattutto, quello che lo scrittore sembra voler suggerire al lettore è che l'amore è forza creativa che permette alla vita di nascere e trasformarsi. E' pura energia che ci consente di superare i nostri limiti.

Bianca Folino

sabato 8 giugno 2013

Non esiste età per raccontare storie

Jorge Luis Borges – Il manoscritto di Brodie – 94 pagine. Adelphi edizioni


Questa raccolta di racconti è il frutto della vecchiaia di Borges, poeta e scrittore argentino che all'età di 70 si è rimesso alla scrivania per narrare. E il risultato è davvero strabiliante in questa serie di storie, a volte crude, che vogliono descrivere l'animo umano nel profondo. Gli ambienti sono quelli della periferia di Buenos Aires, con i suoi malavitosi, istintivi e violenti, ma soprattutto forti e che molto ricordano i personaggi di Evaristo Carriego. Qui si parla di delitti efferati, di carne e sangue con quello stile tipico di Borges che ha sempre un accento nobile nel tracciare le vicende di questi malavitosi. Di uomini duri, che parlano poco, ma che davanti ad un interlocutore e magari un bicchiere di vino o altro, iniziano a parlare e raccontano la loro versione della storia. Come fosse eroi incompresi a cui lo scrittore dà voce.
All'inizio di ogni racconto c'è una specie di segreto, o meglio qualcosa da svelare su una storia di cui si è già parlato, su un omicidio di cui non si conoscono i dettagli o su un particolare che potrebbe far nuova luce su qualche evento. Paradossale è “Il vangelo secondo Marco” dove il protagonista cerca di elevare dei contadini leggendo loro dei libri, tra i quali il Vangelo appunto. Verrà preso alla lettera, tanto che lo crocifigeranno, considerandolo alla pari di Gesù, un Dio a cui si deve gratitidine, anche se in un modo che potremmo definire ortodosso. I toni a volte si fanno grotteschi, come in questo caso, altre volte sembra di assitere ad un film di Tarantino dove il sangue sgorga e zampilla per tutta la pellicola.
Il racconto che dà il titolo al libro, è invece un manoscritto fedelmente tradotto che parla di età coloniale e lo fa attraverso gli occhi di un missionario che ha vissuto presso alcune popolazioni africane prima e brasiliane poi. In particolare si parla degli Yahoos, nome scelto per non confondere i lettori, che combattono contro gli uomini-scimmia in una regione del centro Africa.
E di nuovo Borges è capace di soprendere perchè questa raccolta sembra aprire una nuova visione rispetto alla sua carriera di scrittore, come se a 70 anni fosse arrivato ad una svolta che in realtà è solo apparente, in quanto lo scrittore argentino rimane il consueto affabulatore che affascina il lettore nelle sue storie, tanto da farle sembrare reali, pezzi di cronaca in un magistrale stile giornalistico.
La sua immaginazione, nel descrivere queste storie che a volte sembrano nascere da una fantasia a tutto tondo, arriva alla fine al nucleo centrale della sua indagine che sempre ha intriso i suoi scritti, sia quelli poetici che quelli in prosa. E' un nucleo drammaticamente umano, che potrebbe essere visto come l'unica storia narrabile, quella di un'eterna risposa senza domanda: chi siamo e cosa non siamo.

Bianca Folino

Lo scrigno

E' la terra
che abitiamo
e calpestiamo
lo scrigno
di ogni segreto
Il suo movimento
è respiro d'universo
mentre bacia
la volta di cielo
amante rapito
Preciso è l'asse
dove l'equilibrio
ruota e alterna
il cadere di luce
E sentirla in noi
è come rinascere
ad un'alba nuova

venerdì 31 maggio 2013

Viaggio d'anime


Ma in questa
notte di stelle
il cielo pare
si distenda
tra le perplessità
Strisciate di luce
vanno comete
in un perpetuo
viaggio d'anime
alla ricerca
di un senso che
non è mai
evidente
nè appare
E' una via
una scelta da
e per sempre

Diventare liberi


Non posso
non vedere
l'infelicità
che striscia
Occhi chiusi
nella finzione
di una recita
fatta di sguardi
e parole dette
in suono falso
Se tutto intorno
si sgretola
è ora di urlare
spezzare le catene
e finalmente
diventare liberi

giovedì 30 maggio 2013

Nuovi orizzonti


Ho fatto finta
di non vederti
e sono andata
con passo svelto
ed un sorriso
Non mischio
nè tento più
l'impossibile
cerco solo
cieli aperti
di piume e gioia
Solo domani
e verbi che
siano il futuro
come fossero
nuovi orizzonti

mercoledì 29 maggio 2013

Richiami


Me ne vorrei andare
via dal chiacchiericcio
e dalla folla di idee
e pensieri scomposti
Via dall'invidia muta
e dall'arroganza stolta
via da chi non dice
e non vuol sapere
Via da tutto
a caccia di silenzi
tra cui trovare note
che disegnano forme
di sospiri abbandonati
A raccogliere sassi
e conchiglie di mare
a sentire le onde
voci per me amiche
Ma qui rimango
con gli occhi aperti
pronti a sognare

venerdì 24 maggio 2013

Nella pioggia


Sento i tuoi occhi
su di me
a spiare gesti
che non capirai
Non sai nulla
perchè nessuno
di noi sa
quindi smettila
Quel fiato sul collo
acre e amaro
come fiele ingoiato
che io non voglio
sentire mai più
Entro nella pioggia
e lascio che bagni
aprendo i pori
per respirare giorni
Mi nutro di silenzio
che distanzia
e tiene lontano
ogni indifferenza

giovedì 23 maggio 2013

Notte stellata

Di tanto aspettare
non resta niente
se non qualche
petalo a terra
Nulla di un fiore
che aprì corolle
a pieni colori
Nessuna mano
volle coglierlo
quasi come se
fosse trasparente
Ora quello stelo
si piega all'Universo
e mischia sapiente
energie cosmiche
Fino a quando
la luce del giorno
gli arriverà diretta
mentre la notte
lo muterà in stella

martedì 21 maggio 2013

Donnaluna


I crateri lunari
non sono visibili
ad occhio nudo
Allontana allora
lo sguardo spento
e abbeverati alla luce
soffusa della luna
Cogline le forme
e imitane le rotondità
che senza spigoli
lasciano scivolare
Solo così sarai
ciò per cui sei nata
un perfetto essere
nell'infinito universo
figlia della terra
capace di trasformare
e farti rinascere donna

venerdì 10 maggio 2013

Dolce ricordo


Dolce a volte
si fa il ricordo
che più non sente
strappi o lacerazioni
E nella notte
diventa languido
come cerchi che
convergono
in un punto preciso
Avvolgente l'alba
avanza lenta
senza domande
vestita solamente
di porporina luce

mercoledì 8 maggio 2013

Nel deserto


Come si può
tracciare una linea
perfettamente dritta
Disegnare geometrie
piene di spigoli
e angoli acuti
Nessuna curva
che assecondi
carezza di una mano
Solo la sabbia
talmente asciutta
sfiora con attrito
Ma nel deserto
è la desolazione
e nulla cresce


martedì 7 maggio 2013

Tra cuore e cervello


Fare a pezzi i giorni
per poi ricomporli
e imparare così
a scegliere davvero
ciò che è qualificante
Come una melodia
che fa bene alle idee
lasciar correre
attimi ormai distanti
chiudendo i cerchi
Imparare ad ascoltare
la voce del vento
che porta lontano
sviluppando appieno
ogni potenzialità
Stare troppo tempo
seduti nel pensiero
aggroviglia articolazioni
e segna le distanze
tra cuore e cervello
Quella lingua sottile
dove l'essere può

sabato 4 maggio 2013

Le promesse

Ma quelle promesse
sono catene spezzate
alterazioni d'anima
che senza voce
pronuncia parole
Stanno nel legno
le forme scolpite
dalla memoria
che muovono passi
verso un altro modo
Seguire le note
per arrivare a melodie
e a chiavi di volta
di un sogno aperto
che non ha fine
Non sempre è male
cambiare la strada
e a tratti il dolore
è solo un nuovo inizio
da respirare appieno

giovedì 2 maggio 2013

Se la vita è cosa complessa il linguaggio si fa sogno

Murakami Hakuri – Kafka sulla spiaggia – 514 pagine
Einaudi

Questo può sembrare a prima vista un romanzo surrealista che utilizza il linguaggio onirico per spiegare la complessità della vita. Ma in realtà siamo di fronte ad un fenomeno molto simile a quello che si era inizialmente creato con il diffondersi della letteratura sudamericana che era stata definita surrealista quando descriveva invece la propria quotidianità, così come viene normalmente vissuta. Anche la letteratura giapponese si propone in questo modo, con un linguaggio raffinato, in questo caso, che si avvale del discorso diretto in modo formale, tipicamente giapponese direbbe qualcuno. Eppure fin dalle prime pagine di questo libro si percepisce tutto lo spessore di una cultura millenaria, antica, anche nei suoi risvolti religiosi.
La storia vede in sostanza due protagonisti, un vecchio che a causa di un incidente mai definito ha perso la memoria anche di se stesso, ma riesce a fare cose incredibili come parlare con i gatti e con le pietre e un ragazzino di 15 anni che decide di scappare di casa, che ama la lettura e si impone un esercizio fisico per mantenersi in forma e una dura disciplina per diventare sempre più forte. Il ragazzo, per parlare con se stesso utilizza una metafora “il corvo” ogni tanto visualizzato proprio come un animale che al contempo è anche la traduzione del nome Kafka in giapponese, che lui ha scelto per non farsi trovare. La storia ha molteplici piani temporali e le avventure dei due si incroceranno, le loro vite si sovrapporranno. Tra di loro una serie di personaggi ugualmente importanti ai fini della storia, una presunta madre di cui il ragazzo si innamora, un camionista che aiuta il vecchio perchè gli ricorda suo nonno ma che rimarrà con lui perchè da lui imparerà a vivere davvero, una bibliotecaria che appare come un uomo e che in realtà è un uomo nato in un corpo di una donna e per giunta un gay. Ci sono tutti i temi della vita, compreso quello dell'incesto e dei desideri repressi. Con un linguaggio descrittivo e al contempo lirico che suscita molte emozioni nel lettore. Kafka e Nakata vivono percorsi paralleli che li portano ad incrociarsi senza saperlo e senza mai avere un reale contatto fisico. Il traguardo per entrambi è simile: vivere il qui e ora, con consapevolezza che è “ascoltare il rumore del vento”. Ovvero il sentire inteso come molteplicità di fattori, dall'emozione all'ascolto dell'altro che è massimo rispetto dell'altro anche.
All'interno della storia dei protagonisti si dipanano tante altre storie, come fossero possibilità diverse per le quali l'autore usa anche tecniche narrative diverse. Al lettore pare di entrare ed uscire da un sogno popolato di tanti personaggi e aneddoti che ci aiutano a superare la noia di una quotidianità sempre uguale a se stessa. Murakami affascina chi legge, lo attira con un linguaggio sapiente che in un certo senso ci porta ad un'atmosfera di favola. Come se avesse un flauto per incantare chi decide di tuffarsi nelle sue storie.
Una cosa è certa: il cuore pulsante della nostra vita sta nella relazione interpersonale e, in particolare, nella condivisione, la nostra maggiore ragione d'essere.

Bianca Folino

mercoledì 1 maggio 2013

Eterno sorriso


Sono stanca
di rimuovere fango
con le mani
perciò mi tuffo
tra le stelle
e guardando
tutti questi cieli
che attraversano
spazi piani
vivrò nel sogno
eterno sorriso
d'un cuore leggero

martedì 30 aprile 2013

Solo ora


Lascio che scivoli
l'inchiostro sulla carta
come un'onda che
sa di mare salato
Mi aggrappo salda
ad un ricordo
come fosse scoglio
idrorepellente
Così mitigo
la malinconia
che striscia lenta
giacendo come fosse
parola di un'amante
senza memoria
di ieri o domani
perchè solo ora
può resistere

sabato 27 aprile 2013

Racconterò


E visto che non vuoi
la mia anima in te
racconterò una storia
che sia canto di vento
da ascoltare sulla pelle
E dirò del tempo
temuto e cercato
come una clessidra
dove cade la pioggia
Saranno giorni bui
e altri pieni di sole
e canti di altri luoghi
dove calmo riposa il mare
Differenti trasposizioni
di livelli e piani
che forse confonderanno
i ricordi dell'essere
ma serviranno a me
a dipanare sogni

venerdì 26 aprile 2013

I due mondi


Quale dei due mondi
sceglierà quella donna?
Esiste un passaggio segreto
tra la veglia e il sogno
dove tutto è possibile
Ma se la consapevolezza
arriverà ad occhi chiusi
quello diventerà il luogo
dove semplicemente vivere
Non è certezza il potere
nè possibilità il conoscere
ma quando arriva il buio
tutto si fa più chiaro per lei
Dirigerà lì i suoi passi
e le sapienti mani
così abili nel guarire

mercoledì 24 aprile 2013

I gemelli


C'è un angolo
del mio cuore
che è spietato
Chiude porte
e con un sorriso
quasi maligno
scaccia via
la polvere
Il suo gemello
è capace di sognare
cavalca mondi
e a primavera
fiorisce di spazi
Abbraccia la luna
e con le mani
arriva ovunque


sabato 20 aprile 2013

Le menzogne


Pungolare curiosità
offrire il lato migliore
e catturare pesci
con le reti ben aperte
Le menzogne
sono tutte uguali
anche dette a se stessi
Così se ne vanno
spiriti apparenti
ben ancorati
allo scivoloso mondo
Così concreti
da sembrar reali
ma troppo uguali
per essere distinti
L'acqua e la terra
non hanno bisogno
di mentire a nessuno
nè di trovar ragioni
al proprio vivere


venerdì 19 aprile 2013

Primavere


Attimi colti
come fiori di prato
che parlano voci
e si ripiegano
Tutto cambia
come acqua
eppure sembra
ripetizione d'Infinito
senza soluzione
di continuità
Se non quell'ansia
calmata a suon di passi
che tracciano percorsi
verso un non dove
Sconosciuti confini
appaiono all'orizzonte
per farsi seguire
come fossero sirene

giovedì 18 aprile 2013

Il canto del vento


Sei tu che definisci
e calcoli al millimetro
e mentre io coltivo
il mio spirito
tu perdi il tuo
Senza comprendere
cosa sia successo
piangi risvolti amari
delle tue stesse scelte
Impara ad ascoltare
il canto del vento
che muove le fronde
e fruscii di bosco
a nascondere radici
Le maree dell'anima
non sono semplici
onde che vanno e
tornano all'approdo
Sono un cammino
che arriva al cielo
attraverso l'orizzonte
unica linea possibile

La ricerca


Toccare le corde
di un violino stonato
è parlare al vento
che scappa veloce
e mai è uguale
Cerco quel brivido
e un perfetto ritorno
tra onde di mare
che accarezzano
la pelle di sabbia
Voglio una brezza
che sia salata
e leggera
per respirare
fin dove si può

martedì 16 aprile 2013

Le mie mani


Sembra che tutto converga
in un unico magico punto
dove tutte le cose sono e non
Le pagine dei libri aperti
e gli studi impegnativi
che tanto hanno richiesto
Come se l'energia corresse
in ogni dove solo per arrivare
al centro delle mie mani
Lo so che sanno cantare
e silenziose guarire a volte
quindi le lascio fare
Mi pongo in loro ascolto
ben radicata a terra
consapevolezza che un giorno
con me torneranno al cielo

Il primo imperativo


Chiudere i sensi
non per dimenticare
per rimanere invece
concentrati nel cuore
Non essere distratti
per arrivare all'orizzonte
che fiero attende
pensieri aggrovigliati
Sarà solo all'approdo
che tutto parrà chiaro
illuminato dalla vita
e dal suo espandersi
Leggere tra le stelle
il disegno giusto
che fa dell'essere
il primo imperativo


sabato 6 aprile 2013

Le mie anime


Sono anime mie
quelle bianche di luce
e quelle nere di buio
Danzano compatte
in quelle storie
come fossero libere
E cantano le mie note
piangendo le tristezze
con lacrime mie
Fatico a tracciarne
i vaghi contorni
quando urlano
Chiedono un'ora
o un solo giorno di vita
per poter parlare
Mi faccio da parte
e a loro dò voce
come fosse la mia

giovedì 4 aprile 2013

Natura morta


Ma dopo un po'
tutto torna silenzio
su chi c'era e chi no
sui vissuti rarefatti
Cala un velo leggero
sui commenti scontati
e sulle frasi fatte
Come un cerchio
che si chiude
per mai finire
e sempre ritornare
La frutta che non è
matura di stagione
marcisce sull'albero
E sul tavolo
carte sparpagliate
in una natura morta
senza nessun quesito

mercoledì 3 aprile 2013

Labirinti


Si è sempre soli
di fronte ai labirinti
che inerpicano vie
e complicano uscite
Nessun Minotauro
attente paziente
la prossima preda
da divorare piano
Eppure la fuga
è cosa dovuta
senza nessun filo
che dica di Arianna
Se non ci sono occhi
perchè mai dipingere
una tela non guardata?
C'è già il cielo
con tante stelle
appese ad un respiro
perchè anche una sola
parola detta bene
violi un perfetto silenzio

sabato 30 marzo 2013

Odissee


Come Ulisse vago
in cerca di Itaca
ma senza ritorno
Nessuno sono
e non è semplice
nome per la fuga
Piuttosto un sentire
una mancanza
spersonalizzante
E niente sono
se non trovo occhi
che riflettano calmi
il mio agire vano
E' come un sogno
quest'arrancare verso
l'isola che non c'è

La motivazione



Non è semplice dubbio
che attanaglia respiri
ma uno spettro d'angoscia
Un masso pesante
e tutto diventa granito
impossibile da scolpire
Come faremo domani?
Lavoriamo sull'oggi
nella flebile speranza
di vedere orizzonti
abitati d'aria nuova
senza pesare i passi
che sempre mancano
Tanta è la fatica
di questo progetto
senza certa paternità
che è la motivazione

mercoledì 27 marzo 2013

Empatia


E quel connubio d'anime
quasi impossibile
lo stesso sguardo posato
e aperto sul mondo
Troppo abituati forse
a logiche contabilistiche
per riconoscere a pelle
la compartecipazione
La mano rimane tesa
e sospesa a mezz'aria
ma leggera si ritira
come una nuvola
incapace di comprendere
ciò che non è trasparente
e che vaga nel cielo
Sparse per terra rimangono
motivazioni assurde
che a nulla giovano
se non al riflesso
di uno specchio deformante


martedì 26 marzo 2013

Frustrazioni


Solo la rabbia
scava la roccia
e allontana
ma la speranza
s'è nascosta
Non è possibile
vedere orizzonti
se il buio avanza
e non cede luce
Muore ogni volta
il sorriso muto
sui passi spogli
d'ogni residuo
Non è il dubbio
a lacerare giorni
ma le certezze
sempre confermate
di un triste paesaggio


giovedì 21 marzo 2013

Pescare nel fondo


Tiro lontano la lenza
e pesco nel fondo
senza usare reti
o inappropriati ami
So che avevi ragione
quando dicevi parole
contro i miei desideri
Ma è così difficile oggi
riuscire solo ad essere
figurati a fare...
E allora setaccio
questa sabbia fine
cercando pagliuzze
sapendo che saranno
inutili orpelli
di un'impossibilità
che beve sguardi
e si ciba di niente

Al centro


Sbaglio sempre i tempi
troppo presto arrivo
e quando tarda la notte
e buio diventa il sentiero
Complicandosi s'inerpica
e per evitare i ciottoli
bisogna aspettare il sole
mentre il tempo scorre
avaro di sogni e desideri
Alla fine anche i luoghi
sono alieni e sconosciuti
cristallizzati a volte
come deserti asciutti
che mendicano acqua
Quindi mi muovo
e cambio posizione
perchè posso stare
solo al centro del mio cuore


mercoledì 20 marzo 2013

Viaggiare


Cinque minuti per me
per ascoltare il respiro
e sentire lo scroscio di mare
quando l'onda si infrange
Nel suono viaggio altrove
e mi soffermo paziente
fino a perdermi nei colori
che sono fili di un arazzo
Passa la sabbia nel vetro
in una clessidra che dilata
le screpolature del tempo
come pensieri strappati
Al sogno s'alterna la veglia
la mente è in movimento
perchè questo è il suo modo
di placare ogni inquietudine


giovedì 14 marzo 2013

Cicatrici


Hanno sapore di sale
le cicatrici
ma non quello di mare
piuttosto del sudore
E se ne stanno lì
a futura memoria
scevra da rabbia
Fanno male a volte
vivono uno strascico
che non è di stelle
ma di voglia di urlare
Come fossero una tela
lacerata nel profondo
a cui solo il cielo
è capace di arrivare


mercoledì 13 marzo 2013

Troppo antica


Un cielo squarciato
come voragine
che in pieno petto
accorcia il respiro
Troppo antica
per sentirsi parte
di un qualsiasi
luogo di pareti
che s'innalzano
Non esiste tribù
che possa accompagnare
questo pensiero
attraversando deserti
O canto che segua
la via che definisce
un mondo estinto
Sfogliare pagine
è l'unico modo
per ritrovare intatto
tutto ciò che serve


sabato 9 marzo 2013

Quel sorriso d'onda


Appesantita l'anima
vaga sgomenta
in un mondo di calcolo
con il desiderio crescente
di chiudere la porta
L'aria entrerà lo stesso
da quella finestra
che riempie di luce
Esistono persone
capaci di farti dubitare
della stessa vita
Per fortuna negli occhi
c'è sempre il mare
e quel sorriso d'onda
che calmo accoglie
Sono diversa, lo so
ogni giorno di più
e saranno le mie radici
a portarmi lontano
dove l'essere vale


domenica 3 marzo 2013

L'anima nuda


Ho amato tanto
da strapparmi l'anima
e come un guscio vuoto
l'ho lasciata lì
nel disinteresse
e nell'indifferenza
nell'egoismo lacerante
Ora mi sono rivestita
un pezzo dopo l'altro
Camminando piano
nel mio stesso respiro
che ha ricomposto la tela
Mi sono perdonata
di aver tradito le mie mani
i miei sguardi intensi
e gli occhi che sorridono
di fronte ad un mare
che sento solo mio
e che nell'onda ripete
ciò che non siamo
ciò che non possiamo

venerdì 1 marzo 2013

Le stelle tremule


Un'invasione di luci
colpisce l'occhio
lievemente distratto
e richiama attenzioni
Mentre tutti parlano
in un caos lunare
che non dà tregua
a sguardi stanchi
Non c'è tempo
per riposare
bisogna ripartire
è lungo il viaggio
E quando rilassi
ciò che non serve
inutili muscoli
torna il vento
Spazza il cielo
e apre mondi
mentre le stelle
tremule guardano


Linee in fuga

Sono linee in fuga
quelle di un treno
che passa veloce
con una promessa
di initerrotto viaggio
Corre sui binari
la locomotiva
come fosse solo
una vago sogno
E all'interno
si intrecciano parole
di passeggeri
che vanno altrove
Ma qualcuno
deve pur rimanere
sulla banchina ad osservare

giovedì 28 febbraio 2013

Navigare senza bussola


Sento ancora il tuo profumo
come una presenza concreta
di parole vestite a guida
Ogni giorno aspetto paziente
che spunti una nuova gemma
sugli alberi ancora spogli
Cerco un cielo che sia terso
per navigare senza bussola
trovando stelle raminghe
Afferro quella loro luce
e la tengo tra le dita
me la porto nel cuore
Questa primavera è difficile
e pigramante tarda l'arrivo
indugiando nei respiri
Ma dà modo di riflettere
e vedere tutte le cose
nella giusta prospettiva


venerdì 22 febbraio 2013

Comete senza coda


Ci sono momenti
in cui sentirsi fuori
da qualsiasi branco
incassando i colpi
di una carezza mancata
Ci si ritira allora
come uno stanco mare
che lascia spazio
ad una terra avida
di frustrazioni rabbiose
In nessun giorno
arriverà comprensione
ma nel silenzio
fluido ritornerà
il nostro respiro
Diventeremo attimi
comete senza coda
che in cielo brillano
senza più attese
nè tempo da bruciare


Tra testa e torace


Il pensiero si allaccia
all'emozione del sentire
come se il silenzio
squarciasse l'urlo
e la mente esausta
cercasse di calmare
gli impavidi battiti
di un cuore al galoppo
Tutto il corpo è dolente
e si contorce come se
potesse strizzare fuori
le lacrime e il dolore
Sarebbe solo un bene
staccare la spina
lasciar fare al respiro
che come un'onda
pacifica l'anima persa
accoricando ogni distanza
tra il torace e la testa


giovedì 21 febbraio 2013

Giochi di luce

E' nel chiaroscuro
che quei passi
diventano ombre
e si fanno storia
Sono giochi di luce
a suscitar parole
dove la mente
si perde felice
Può una fotografia
farsi abbraccio
foto di Isabella Colucci
e trasmettere
tanto calore?
Le anime vere
questo sanno fare
mentre vagano
in cerca di vita

mercoledì 20 febbraio 2013

Il volo


Convulse le ali
sbattevano ai bordi
di un'opprimente
e angusta gabbia
Un giorno però
eri distratto
e hai lasciato
la porta aperta
Da lì
in assoluto silenzio
che era un urlo
in crescendo
è partito solido
il mio volo
Per mai più
fare ritorno
al tuo desolante
collasso d'anima


martedì 19 febbraio 2013

Le voci


Sento le voci
e quando apro cassetti
stanno lì in attesa
di nuovi spazi
Mi fermo e trattengo
quella mano che
vorrebbe accarezzarne
i giorni convulsi
Cammino allora
tra una pausa e l'altra
fino al momento
in cui il pentagramma
riesce a trattenermi
Poi scivolo via leggera
avvolta nelle note
a tracciare cieli
di vite imperfette

giovedì 14 febbraio 2013

Pensiero d'amore


E' paura di non essere
quella che blocca
i passi del respiro
Eppure questo tempo
è ciò che abbiamo
per farne buon cammino
Arriverà il non esserci
come un tuffo nel buio
e il riemergere di stelle
che certe brilleranno
Ti sento in me
come infinita tenerezza
che accompagna
E vorrei stringerti
e accarezzarti piano
come facevo ieri
Ma non saresti qui
se non ti arrivasse
il mio pensiero d'amore

mercoledì 6 febbraio 2013

Come un diaframma


E' la luna
a governar maree
elegante attrae
l'acqua a sè
e la respinge
La Terra attende
resta a guardare
quel movimento
che dilata
e contrae
come un diaframma
Il respiro del mondo
dichi viene e va
di un pensiero
che ramingo
attraversa vite
unendo anime
che si incontrano
in un sussurro
Quello del cielo

lunedì 4 febbraio 2013

Ritorni


Imparare dalla Natura
le leggi dell'armonia
l'alternarsi di notte e giorno
Rallentare i ritmi
per porsi solo in ascolto
e cogliere le sintonie
Esplicite risonanze
albergano in noi
... e aspettano quiete
un nostro risveglio
capace di coglierle
Nutrire così lo spirito
portatore di tutti i passi
e di quel divenire
che a volte ci confonde
La foresta di mangrovie
profuma di silenzi
che non chiedono risposte

sabato 19 gennaio 2013

Una parola


E' incredibile come
una semplice parola
cambi significato
a seconda della bocca
che la pronuncia
o della mano
che la traccia
La puoi scrivere
sulla sabbia
in attesa della marea
o scolpire nel granito
e renderla eterna
La puoi far essere
piuma leggera
o pesante offesa
macigno sul cuore
Ma mai potrai
capovolgerla
e fare di un io
un noi

venerdì 18 gennaio 2013

Solo un filo


Può questo vento
portar carezze?
Ho rubato al cielo
ogni idea
di nuvole sparse
e la leggerezza
per i miei passi
E al mare
ho chiesto
una voce potente
quasi di tempesta
Ma è stata la brezza
a portarmi lontano
da ogni dove
Volo d'aquilone
senza traiettoria
con solo un filo
a tener radici

giovedì 17 gennaio 2013

I passi


Mi piace vestirmi di te
e trovare somiglianze
scoprendoti vicino
Non mi ammalerò
ma se accadesse
sceglierei chi amo
per provare ancora
quell'amore intenso
e misto al dolore
E fino all'ultimo
conserverei carezze
donando a loro
quello sguardo
I nostri occhi
sono i passi
che attraversano
questa vita

martedì 15 gennaio 2013

L'incontro


Limpido lo sguardo
nasconde storie
in milioni di parole
E racconta pacato
di chi lascia orme
di pronta intelligenza
L'incontro risolleva
l'anima e le idee
rendendo lieve
il passo che era
inciampato un attimo
E all'improvviso
so bene chi sono
e mi specchio
Come se il vento
non fosse mai
strappo di pensiero
Ma brezza leggera
e sempre pronta
a portare in volo

sabato 12 gennaio 2013

Un giorno sarò

A volte le parole
tracciano ignare
oscuri percorsi
quelli della mente
Ho camminato tanto
ma so che ancora
dovrò andare avanti
un piede dopo l'altro
E quando di passi
avrò riempito giorni
allora forse sarò
senza induzioni
o per esterne illazioni
Diventerò mare
a trasportare onde
armoniche melodie
nel giro di note
E' sempre doloroso
vivere la mentecorpo
senza distinguere
inizio e fine
dell'unità circolare

Questo inverno


Quanto è duro
questo inverno
incapace di far luce
Tutto si ripiega
e si stringe
nel freddo
desiderando sole
Anche il pensiero
senza più forze
non riesce a spaziare
e circola vizioso
in un ripetersi strano
Qualche nota sparsa
prova a rievocare
quel cielo aperto
danzato a piedi nudi
Ma poi lo sguardo
si posa di nuovo
in un mare di sonno
muto di parola

sabato 5 gennaio 2013

Solo il sentire


Farsi fiume
e lasciar scorrere
trasportando
gli incontri
mai banali
Attraversando
valli e piane
e allargarsi
fino al mare
Onda su onda
fluttuano pensieri
come un esercizio
che alleni le menti
a staccarsi
Fino a quando
solo il sentire
sarà preponderante