mercoledì 16 giugno 2010

Ritorni

Cerchi concentrici
che ripetono se stessi
in note più che stonate
Di nuovo
vortici di parole
in stato confusionale
come disarticolati
suoni che distorgono
Ciò che è lontano
si fa presente
in una voglia di fuga
che increspa la pelle
Quando al grido
risponde il silenzio
e la vacuità
di ogni spazio
è l'ora di correre
per non accartocciare
i fogli portati via
da un inquieto vento
Andare e venire
come l'onda del mare
che mai ritorna
non davvero
E' in quel rincorrersi
delle remote spire
che il diaframma ritrova
respiro per l'anima
incatenata ma ribelle
per sempre...

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