Cerchi concentrici
che ripetono se stessi
in note più che stonate
Di nuovo
vortici di parole
in stato confusionale
come disarticolati
suoni che distorgono
Ciò che è lontano
si fa presente
in una voglia di fuga
che increspa la pelle
Quando al grido
risponde il silenzio
e la vacuità
di ogni spazio
è l'ora di correre
per non accartocciare
i fogli portati via
da un inquieto vento
Andare e venire
come l'onda del mare
che mai ritorna
non davvero
E' in quel rincorrersi
delle remote spire
che il diaframma ritrova
respiro per l'anima
incatenata ma ribelle
per sempre...
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