lunedì 20 aprile 2009

I meravigliosi



Così vengono definiti da taluni i canali straordinari. E lo sono davvero, meravigliosi. Sono il nostro Cielo anteriore e posteriore e il collegamento tra i due. Trattarli vuol dire attingere alle energie più profonde della persona, ma a mio avviso non significa "raschiare i fondo del barile", come i punti Yuan, si arriva alla profondità, non alla riserva di una persona. Per cui non si consuma nulla. Ma si dà invece una spinta per ripartire.
Dove non arriva il trattamento tradizionale, il canale ordinario, arrivano i punti Yuan, le combinazioni di punti e gli straordinari. Toccarli, attivarli, trattarli è come arrivare alla parte più profonda della persona, al suo "nocciolo".
Sono meravigliosi perchè sono purezza assoluta, si sganciano da ogni convenzione sociale o culturale che ci ha trasformato per ritornare all'origine, alla nostra origine. Un po' come accade nella meditazione secondo la quale la posizione raccolta e al contempo eretta aiuta a ritrovare il proprio centro e a superarlo per toccare un po' di Cielo. Quel Cielo da cui parte la scintilla vitale e a cui vi ritorna. Quel Cielo così Yang che si unisce alla potenza Yin del Jing per formare la Terra, ovvero l'Uomo, il suo Qi. Quell'energia che circola in noi e che non è altro che un microcosmo, specchio del macrocosmo.

domenica 5 aprile 2009

L'amore ai tempi di Facebook



Ironico, divertente, chiaro e specchio di tutti noi. Questo è in sintesi il libro di Mattia Carzaniga e Giuseppe Civati presentato sabato 4 alla Locomotiva di Vimercate. Gli autori hanno illustrato il testo e la sua genesi, "le lunghe notti trascorse a chattare", incalzati dalle domande del vicesindaco cittadino Roberto Rampi. Il pubblico ha risposto all'invito lanciato sullo stesso Facebook con la sua presenza.
Un testo curioso dove ritrovarsi, scritto in modo semplice ma con diverse citazioni (molte perfino in inglese, grazie alla mania anglofona del giovane Carzaniga) per gli amanti del genere. E con una prefazione di Walter Veltroni.
Facebook sta spopolando e lo conosciamo tutti. Siamo iscritti e lo bazzichiamo, chi per qualche ora, chi per la pausa pranzo, chi per l'intera giornata. E pure per la notte. Abbiamo amici, curiosiamo tra le loro foto e commentiamo il loro status. Cogliamo le loro sfide e mandiamo loro un abbraccio. E' un bel gioco, come fosse un grande bar dove ritrovarsi e scambiare quattro chiacchiere. Ma è anche un luogo virtuale di incontro e d'amore. Sì, d'amore la passione più intensa, quella che ci fa perdere la testa e la razionalità. Quella capace di farci vivere più intensamente e più a lungo. Quella che andiamo sempre cercando, anche se spesso ce ne vergognamo. Un amore virtuale, non necessariamente, nè sempre vero. Ma non un amore rigorosamente carnale e tra i sessi. Un amore generale per le cose, per la condivisione, per i contatti, per la politica e per il sociale, per le cause vinte e perse e per i giochi. E' vero che Facebook è il luogo del non impegno, del "mi faccio vivo io", del "forse parteciperò" come dicono gli autori. Ma è anche un luogo dove scambiarsi opionioni e far circolare informazioni, uno strumento capace di superare la nostra mancanza di tempo e anche i confini geografici che ci allontanano.
Un libro fresco, da leggere proprio davanti alla tastiera, davanti a Facebook. Perchè gli autori sono stati capaci di osservare dal di fuori quello che noi frequentatori facciamo abitualmente, magari senza pensarci. Una cosa è certa, come hanno ben sottolienato Carzaniga e Civati: in un periodo dove ognuno di noi è preso solo da se stesso e dal poco tempo che ha, Facebook diviene il luogo dell'ironia e della sdrammatizzazione. Perchè prendersi troppo sul serio non è mai una cosa buona e non fa bene, nè a noi stessi, nè al mondo.

giovedì 2 aprile 2009

Potenza dell'intenzione!


L'intenzione dell'operatore sta contemporaneamente nel cuore, nella mente e nelle mani.
Sta nella mente perchè lì ha sede il processo di apprendimento della tecnica, sta nelle mani che hanno una memoria corporea e nel cuore, ovvero nell'esserci "qui e ora" dell'operatore.
L'intenzione è un meccanismo piuttosto potente che non solo dà una direzione al trattamento attraverso la volontà dello shiatsuka e la sua postura, ad esempio la posizione delle mani verso, ma indica anche la scelta: ogni punto ha diverse funzionalità e a seconda dell'intenzione che dò scelgo quale funzione voglio che svolga.
Tutto questo accade però in modo piuttosto automatico. Non c'è quindi preponderanza della mente nell'agire dell'operatore che segue e utilizza una tecnica appresa, ma dimenticandola. Lo spirito guida dell'intenzione è quindi il Po, ovvero la nostra memoria corporea, filogentica e abitudinaria. Per intenderci, è la stessa intenzione che uso nel camminare: so perfettamente che appoggio prima la pianta di un piede a cui faccio seguire l'altra. Ho imparato a farlo da piccolo, cadendo e rialzandomi con la presenza o meno di un adulto che mi ha agevolato il percorso. Ma non ci pongo attenzione, lo faccio automaticamente. Con la volontà però di essere presente a me stesso e al mondo.