lunedì 29 dicembre 2008

Un fantastico particolare





Picture courtesy of Compagnia del Pollice


Il freddo ha intrappolato il ghiaccio sui rami degli alberi.
Sembra una medusa presa in scacco dal bosco.
E' la foto di un amico, o presunto tale. Un particolare di un percorso geologico. Una semplice goccia d'acqua che si è fermata lì, immobilizzata dal freddo. Oppure una medusa, dipende da quello che uno ci vuole vedere, da quello che vuole sentire guardando.
Io guardo quella "medusa" fino a diventarne parte, in un viaggio sensoriale difficile da condividere perchè ci vogliono sensi attenti e voglia di partecipazione. E' un po' quello che mi succede di fronte ad un paesaggio, o quando vengo trattata. Io sono me e l'altro in uno stesso istante, io sono io e ciò che vedo o sento. E in un attimo divento ghiaccio e medusa intrappolata dal bosco, mi fermo anch'io per ascoltare il mio respiro diventando parte di quello che vedo. Divento l'occhio che ha osservato quel pezzo di ghiaccio da un obiettivo e dito che ha scattato la foto. Immagino i pensieri di chi ha voluto catturare quell'immagine. Torno indietro nel tempo e poi avanti. Parto per un non dove, seguo il ramo e le sue increspature bagnate, una ruga dietro l'altra. Lo faccio piano, per goderlo di più mentre mi perdo in tutto quel tempo che è passato, capace di aver ghiacciato e fermato. Mi perdo in quell'immagine bellissima di una goccia che non è più tale, che è diventata medusa. Che anela al mare e vuole tornare libera a navigare nell'acqua, ma che è bloccata a chilometri di distanza. Mi trasformo e guardo il ramo nodoso e bagnato, con un unico rimpianto: quello di volerlo gridare ad un mondo che sembra proprio incapace di capirlo. Quello di non riuscire a condividerlo.

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