sabato 13 dicembre 2008

per due amici

Quando muore un amico il dolore è forte e con lui muore una parte di te. E' come chiudere una porta. Ti manca la chiave per riaprirla e ti manca moltissimo. A me è successo di recente con Rossano, una forza della natura. Centocinquanta chili di vita che mi hanno dato una gioia immensa e tanta energia. Dipingeva con la stessa forza, i suoi gerani, i rossi carnosi e i lilla speciali. La luce dei suoi quadri e la sua capacità di capire che un amico aveva bisogno di tirarsi un po' su. Era passionale e unico, con un grande amore per il cibo e una vitalità pazzesca. Per raccontarlo ci vorrebbe tempo, come la sua pennellata pastosa e la sua cucina sempre aperta a tutti. La sua casa sempre aperta a tutti. Quando l'ho visto, completamente trasfigurato dalla morte, mi si è stretto il cuore. Non volevo ricordarlo così, volevo il suo bel viso, gli occhi chiari come l'acqua, il naso alla francese. E sono andata a tuffarmi in vecchie fotografie. Vent'anni insieme non sono pochi. Eppure lo sapevamo che sarebbe successo, ha vissuto al massimo, non ascoltando il suo corpo, ma godendosela fino in fondo.
Quando muore un amico il dolore è forte e con lui muore una parte di te, ma quando un amico ti tradisce, prendendoti in giro ripetutamente, allora quella diventa una porta sbattuta in faccia violentemente, sulla tua faccia. Ma è comunque una porta chiusa. Alla fine sei costretto a chiuderla e forse quello, non è mai stato un amico. Anche se non riesci a capacitartene. Non si possono cancellare momenti di condivisione, far finta che nulla sia mai nato nè esistito. La mancanza di tempo diventa la scusa imperante, per la nostra vita caotica, ma in realtà è una scusa, un diverso modo di chiamare la mancanza di voglia.
Quando non hai più curiosità per una persona, quando ti sembra che non abbia più nulla da dirti allora scatta l'operazione mancanza di tempo. Anche l'amicizia è un universo precario. L'impegno che richiede la fa diventare precaria e poco desiderabile.
Ma io non riesco a rientrare in una logica dell'usa e getta, in una dimensione dove il rapporto umano perde qualsiasi spessore e, quindi, anche significato. Le persone si usano e poi piangono la propria solitudine e l'incomprensione che il mondo riserva loro. Sempre pronte a puntare il dito sulle ferite ricevute e non su quelle inferte. Le parole sono banalizzate, svuotate e tutto è un attimo, ora ci sei, domani non lo so. Prima ti dico una cosa e poi il contrario, prima provo un'emozione e poi la cancello. Questo è il figlio di una cultura televisiva da "Grande fratello" che ci propinano da ormai 20 anni. E per quanto diciamo di essere progressisti e contro ogni genere di strumentalizzazione, ci siamo dentro fino al collo. Agiamo e ci comportiamo con gli altri come se nemmeno esistessero, senza nessuna capacità d'ascolto. Senza nessuna empatia, senza nemmeno un briciolo d'amore. Schiavi delle immagini che ci hanno risucchiato.
Cosa c'è di più importante di una persona? Un Cuore a Cuore capace di comunicare, questo è quello che conta veramente. Il tempo lo si trova e le occasioni si creano, perchè alla fine l'amicizia è un pezzo di percorso fatto insieme, un'occasione di crescita da non perdere. Anche se di tempo ne abbiamo sempre poco. Ma farlo diventare una scusa per chiudere una porta, è davvero banale e il dolore non cambia, nè diminuisce. Il tempo? Il tempo è una questione di scelte, il tempo lo abbiamo inventato noi.

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