domenica 14 dicembre 2008

Finalmente domenica

Per i precari la domenica non è domenica. Chi lavora è spesso di turno, nel caso di un giornalista poi, non c'è domenica che tenga, si è sempre in servizio, per cercare di mantenersi il lavoro. Per i precari disoccupati come me, domenica è un giorno come gli altri. Uguale al resto della settimana. Ti guardi intorno e cerchi di capire quali briciole potrai raccogliere. Dopo 15 anni senza sosta, sul tavolo non rimane un granchè. Per tenerti il lavoro, ti sei perso gli amici e, a malapena, sei riuscito a tenerti la famiglia (quelli che di noi ci riescono). Come equilibristi su un filo, nel vano tentativo di tenere tutto sottocontrollo.
Il precariato è così, si allarga a macchia d'olio e colpisce tutti gli aspetti della vita. Quando poi ti lascia a piedi, allora prendi le distanze e ti accorgi che, forse, non ne valeva la pena. Di cose da fare ne hai parecchie, recuperi il tempo perduto e studi, leggi, inizi a navigare in rete (ricordi quando tutti ti prendevano in giro perchè non riuscivi nemmeno a rispondere alle mail?) e alla fine...arrivi al blog.
Eh sì, perchè tutto si risolve con un messaggio in bottiglia lanciato nel mare virtuale nel quale navigano ormai tutti i nostri rapporti. I nostri miseri rapporti. Per chi però, come me, coltiva il tocco attraverso lo shiatsu, la cosa ogni tanto si fa insopportabile. L'incomunicabilità che impera si fa insopportabile, la mancanza di reali rapporti interpersonali si fa insopportabile. "C'è sempre tempo per una birra" è il nome di un gruppo che naviga su Facebook....ecco quello che manca, una bella birra e un sano cazzeggiare con gli amici. Quattro chiacchere al tavolo, o davanti ad un bicchiere di vino rosso. Magari di fronte al camino, perchè no?
"Ma dai, è solo un lavoro!", facile a dirsi quando ce l'hai.
E poi il giornalismo non è un mestiere, ma un modo di essere. Non è solo lo scrivere, ma la notizia in sè, il cosìddetto "fuoco sacro" della professione che non ti permette mai di staccare la spina. Quando rimani senza, è perchè la spina te l'hanno staccata.
Stai un po' in apnea e poi riparti. Sempre sul filo, perchè quando sei un precario, lo sei nella vita e tutto sembra che possa interrompersi da un momento all'altro. Non è solo questione di certezze, è proprio vivere su un'altalena che vorticosamente fa avanti e indietro. Un giorno voli e quello dopo tocca sgonfiarti. Vivi davvero l'attimo, perchè solo quello esiste. Oggi prendi quattro lire, domani non lo sai. Questo mese è andata discretamente e il prossimo si vedrà.
Del resto, si dice sempre che il futuro è incerto....

Nessun commento:

Posta un commento