venerdì 12 dicembre 2008

Picture courtesy of Compagnia del Pollice

Questa sono io con Tommaso, un coniglio coccolone. Un anno fa ho fatto da assistente ad un minicorso per possessori di Nigli, per imparare ad avere un contatto diverso con il proprio animale. Devo ammettere che quando mi è stato chiesto di farlo, mi sembrava una stupidata, gli animali non hanno bisogno di shiatsu, vivono già seguendo la Via molto più di noi, guidati dall'istinto e dal buon senso. Poi però...è stata un'esperienza davvero bellissima. A partire da Tommaso e dalla sua dolcezza. Quando l'ho preso in braccio mi sembrava di "romperlo", mi sembrava così delicato! La sintonia tra noi è nata praticamente subito, lui così coccolone e io pronta a coccolare. Trattarlo non è stato facile, il tocco e soprattutto i punti. Ma già durante le miei ricerche preliminari sulla fisiologia dei conigli avevo scoperto che ci sono veterinari che applicano l'agopuntura ai cani o ai cavalli. Non era un'idea così astrusa!
E' stato un diverso modo per entrare in contatto con un animale, per coccolarlo e ricevere da lui calore, amore. Ma rimango dell'idea che gli animali non abbiano bisogno di shiatsu. Gli uomini sì, il filtro culturale sociale che viviamo è diventato un muro all'interno di noi stessi. Siamo incapaci di riconoscere emozioni e sentimenti, di viverli e gestirli. Insomma, ci facciamo un sacco di problemi e ci complichiamo la vita. E poi ci ritroviamo addosso malattie e acciacchi. Entrare di nuovo in contatto con sè stessi e con gli altri, con l'Universo. Questo è il mio viaggio con lo shiatsu che è ormai parte integrante della mia vita. Il mio percorso è nato dalla mia precarietà, una precarietà che vedo rispecchiata in ogni risvolto quotidiano, in ogni rapporto umano. E sta trasformando la mia precarietà in una nuova possibilità, non solo professionale, soprattutto personale. Sta facendo diventare la mia vita più etica, un percorso sotto la guida degli Shen appunto. Perchè alla fine il traguardo da raggiungere è Xin. Semplicemente questo: un Cuore che sia vuoto e capace di ascoltare. Solo così è possibile comunicare.

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