lunedì 19 gennaio 2009

Parole libere in forma di poesia


Questo è l'addome di Masunaga. Elaborato da me naturalmente. Ho passato qualche mese a cercare i punti in comune tra Shiatsu e scrittura, partendo da una mia poesia visiva che sembrava scritta per il mio shiatsuka. E questo è stato il risultato, la sintesi della mia indagine. Punti in comune ce ne sono molti, per due forme espressive, una più mentale e l'altra più corporea, che vogliono essere una maniglia per aprire la porta dell'Universo.
Mi piace sentire il rumore che fa il pennino sul foglio di carta. Ho elaborato questa tecnica di poesia visiva molti anni fa e trovo sia un lavoro rilassante. Ascolto musica e intanto scelgo il colore della china da usare, sostituendo le parole al segno. In questo caso ho scelto termini della medicina tradizionale cinese, qualcosa che riportasse alle teorie di Masunaga in proposito. Ovvero sulla diagnosi energetica dell'addome.
Alcune volte è l'immagine che ispira la poesia, altre invece sono le parole che ispirano il disegno. Va prima di tutto vista nel suo insieme, non va codificata. Anni fa ho fatto una mostra dei miei lavori e tutti chiedevano da che parte iniziare a leggere. Non c'è un senso, si può partire da dove si vuole. L'immagine e la semantica vanno colte come fossero un unico aspetto. L'interpretazione è spesso un'operazione soggettiva che talvolta si discosta, e di molto, dalle intenzioni dell'autore. Ma non importa perchè il processo letterario, la creazione, vuole due attori: scrittore e lettore. Come nello shiatsu, dove c'è un operatore e un ricevente.

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