giovedì 2 maggio 2013

Se la vita è cosa complessa il linguaggio si fa sogno

Murakami Hakuri – Kafka sulla spiaggia – 514 pagine
Einaudi

Questo può sembrare a prima vista un romanzo surrealista che utilizza il linguaggio onirico per spiegare la complessità della vita. Ma in realtà siamo di fronte ad un fenomeno molto simile a quello che si era inizialmente creato con il diffondersi della letteratura sudamericana che era stata definita surrealista quando descriveva invece la propria quotidianità, così come viene normalmente vissuta. Anche la letteratura giapponese si propone in questo modo, con un linguaggio raffinato, in questo caso, che si avvale del discorso diretto in modo formale, tipicamente giapponese direbbe qualcuno. Eppure fin dalle prime pagine di questo libro si percepisce tutto lo spessore di una cultura millenaria, antica, anche nei suoi risvolti religiosi.
La storia vede in sostanza due protagonisti, un vecchio che a causa di un incidente mai definito ha perso la memoria anche di se stesso, ma riesce a fare cose incredibili come parlare con i gatti e con le pietre e un ragazzino di 15 anni che decide di scappare di casa, che ama la lettura e si impone un esercizio fisico per mantenersi in forma e una dura disciplina per diventare sempre più forte. Il ragazzo, per parlare con se stesso utilizza una metafora “il corvo” ogni tanto visualizzato proprio come un animale che al contempo è anche la traduzione del nome Kafka in giapponese, che lui ha scelto per non farsi trovare. La storia ha molteplici piani temporali e le avventure dei due si incroceranno, le loro vite si sovrapporranno. Tra di loro una serie di personaggi ugualmente importanti ai fini della storia, una presunta madre di cui il ragazzo si innamora, un camionista che aiuta il vecchio perchè gli ricorda suo nonno ma che rimarrà con lui perchè da lui imparerà a vivere davvero, una bibliotecaria che appare come un uomo e che in realtà è un uomo nato in un corpo di una donna e per giunta un gay. Ci sono tutti i temi della vita, compreso quello dell'incesto e dei desideri repressi. Con un linguaggio descrittivo e al contempo lirico che suscita molte emozioni nel lettore. Kafka e Nakata vivono percorsi paralleli che li portano ad incrociarsi senza saperlo e senza mai avere un reale contatto fisico. Il traguardo per entrambi è simile: vivere il qui e ora, con consapevolezza che è “ascoltare il rumore del vento”. Ovvero il sentire inteso come molteplicità di fattori, dall'emozione all'ascolto dell'altro che è massimo rispetto dell'altro anche.
All'interno della storia dei protagonisti si dipanano tante altre storie, come fossero possibilità diverse per le quali l'autore usa anche tecniche narrative diverse. Al lettore pare di entrare ed uscire da un sogno popolato di tanti personaggi e aneddoti che ci aiutano a superare la noia di una quotidianità sempre uguale a se stessa. Murakami affascina chi legge, lo attira con un linguaggio sapiente che in un certo senso ci porta ad un'atmosfera di favola. Come se avesse un flauto per incantare chi decide di tuffarsi nelle sue storie.
Una cosa è certa: il cuore pulsante della nostra vita sta nella relazione interpersonale e, in particolare, nella condivisione, la nostra maggiore ragione d'essere.

Bianca Folino

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