Jorge
Luis Borges – Il manoscritto di Brodie – 94 pagine. Adelphi
edizioni
Questa
raccolta di racconti è il frutto della vecchiaia di Borges, poeta e
scrittore argentino che all'età di 70 si è rimesso alla scrivania
per narrare. E il risultato è davvero strabiliante in questa serie
di storie, a volte crude, che vogliono descrivere l'animo umano nel
profondo. Gli ambienti sono quelli della periferia di Buenos Aires,
con i suoi malavitosi, istintivi e violenti, ma soprattutto forti e
che molto ricordano i personaggi di Evaristo Carriego. Qui si parla
di delitti efferati, di carne e sangue con quello stile tipico di
Borges che ha sempre un accento nobile nel tracciare le vicende di
questi malavitosi. Di uomini duri, che parlano poco, ma che davanti
ad un interlocutore e magari un bicchiere di vino o altro, iniziano a
parlare e raccontano la loro versione della storia. Come fosse eroi
incompresi a cui lo scrittore dà voce.
All'inizio
di ogni racconto c'è una specie di segreto, o meglio qualcosa da
svelare su una storia di cui si è già parlato, su un omicidio di
cui non si conoscono i dettagli o su un particolare che potrebbe far
nuova luce su qualche evento. Paradossale è “Il vangelo secondo
Marco” dove il protagonista cerca di elevare dei contadini leggendo
loro dei libri, tra i quali il Vangelo appunto. Verrà preso alla
lettera, tanto che lo crocifigeranno, considerandolo alla pari di
Gesù, un Dio a cui si deve gratitidine, anche se in un modo che
potremmo definire ortodosso. I toni a volte si fanno grotteschi, come
in questo caso, altre volte sembra di assitere ad un film di
Tarantino dove il sangue sgorga e zampilla per tutta la pellicola.
Il
racconto che dà il titolo al libro, è invece un manoscritto
fedelmente tradotto che parla di età coloniale e lo fa attraverso
gli occhi di un missionario che ha vissuto presso alcune popolazioni
africane prima e brasiliane poi. In particolare si parla degli
Yahoos, nome scelto per non confondere i lettori, che combattono
contro gli uomini-scimmia in una regione del centro Africa.
E
di nuovo Borges è capace di soprendere perchè questa raccolta
sembra aprire una nuova visione rispetto alla sua carriera di
scrittore, come se a 70 anni fosse arrivato ad una svolta che in
realtà è solo apparente, in quanto lo scrittore argentino rimane il
consueto affabulatore che affascina il lettore nelle sue storie,
tanto da farle sembrare reali, pezzi di cronaca in un magistrale
stile giornalistico.
La
sua immaginazione, nel descrivere queste storie che a volte sembrano
nascere da una fantasia a tutto tondo, arriva alla fine al nucleo
centrale della sua indagine che sempre ha intriso i suoi scritti, sia
quelli poetici che quelli in prosa. E' un nucleo drammaticamente
umano, che potrebbe essere visto come l'unica storia narrabile,
quella di un'eterna risposa senza domanda: chi siamo e cosa non
siamo.
Bianca
Folino
Nessun commento:
Posta un commento