lunedì 10 agosto 2009

storie di donne



Sono solo storie di donne. Che nessuno ascolta veramente, racconti scomodi per una società perfetta, per chi dice che va tutto bene, che non c'è nulla da cambiare. Ma anche per chi crede che non ci sia nulla da fare, se non tapparsi le orecchie per non sentire. Donne sole, spaesate che spesso non trovano parole per spiegare quello che stanno vivendo. In due Mesi lo sportello donna di Desio, attivato dall'associazione Codici, ne ha sentite quasi cento.
Stalking, maltrattamenti, violenza, botte, minori coinvolti e dolore, dolore, sempre dolore. Un dolore sordo che non le fa respirare. Non vengono ascoltate, spesso sono lasciate sole dalla famiglia d'origine e sono confuse, pensano che il vissuto di tutte le donne sia questo. Che quasi se lo meritano.
Hanno occhi grandi e spaventati, perchè non sanno se riusciranno a vedere l'alba un'altra volta. Sono state picchiate, ma anche minacciate senza sosta. Senza un motivo, senza un perchè. I loro figli, piccoli, cercano di difenderle, perchè la vittima diventa spesso succube del suo carnefice e dipendente...quasi ad un certo punto avesse bisogno della dose di violenza quotidiana.
Incapaci di vedere una via d'uscita, un'altra vita. La loro è stata stravolta, cambiata da un incontro sbagliato.
La loro colpa? Quella di non aver saputo giudicare....ma anche quella di non aver mai trovato una mano amica. Nonostante le denunce presentate alle forze dell'ordine, nonostante si siano rivolte a qualche avvocato. C'è anche chi è più pronta e forte e lotta, ma ha dovuto comunque cambiare la propria vita, lasciare un lavoro prestigioso per poter avere un guadagno che permettesse di vivere e pagare un affitto. Nella speranza che le minacce cessino, che il domani sia un giorno migliore. Che possano vederlo il domani.
Ogni settimana c'è una vittima fisica di quella violenza che spesso inizia solo in forma verbale, come stalking. Non c'è una localizzazione precisa agli omicidi, nè un ceto sociale che ne è immune. Se va bene, si tratta di violenza psicologica che non lascia segni evidenti certo, ma che dà cicatrici perenni, minando l'autostima delle persone.
Arrivano allo sportello, si siedono e sembrano non volerlo lasciare mai. Chiamano disperate, piangendo e raccontando che sono state di nuovo picchiate e minacciate. Come si fa ad abbandonarle? Le si accompagna allora, prima dai carabinieri e poi in un percorso verso la propria autonomia, verso il recupero della propria identità e della propria forza.
Se in due mesi tante donne si sono rivolte a Codici, qual'è la vera proporzione del fenomeno? Quanti casi rimarranno nell'ombra? Quante donne rimarranno in silenzio e continueranno a subire?
Svestiamoci dei panni di chi vede e sente, ma fa finta di nulla, dei vicini che preferiscono non intervenire. Della stampa che preferisce parlare d'altro, di un'intera società che stende un velo su tutto questo. Non possiamo guardare un quadro di Klimt che traccia le tre età femminili e contemporaneamente dimenticare che c'è chi a malapena riesce a raggiungere la seconda. Rendiamo quell'opera armonica come il suo autore l'ha pensata. Qualcosa si può fare, eccome. Basta volerlo.
www.codici.org

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