martedì 18 agosto 2009

Quando le donne imparano a volare

Alle mie donne, a quelle con le quali abbiamo condiviso momenti ed emozioni e a quelle che ho incontrato qui e che mi hanno dato tanto. A tutte loro che sono capaci di stupirmi per le intuizioni che hanno e per le emozioni che sanno vivere. Mi ricordano tanto la canzone di Liguabue quella delle “donne che sanno sentire un po’ di più, vogliono sentire un po’ di più”. Infatti sono capaci di superare la barriera della Rete e sentire ciò che le altre stanno vivendo in quel momento, in un gioco empatico che è molto più di un semplice gioco. E’ condivisione.
Io ho frequentato poco le donne nella mia vita, mi sono sempre trovata meglio con gli uomini, parlavamo un po’ la stessa lingua, ma ultimamente qualcosa è cambiato, forse in me ed è proprio con le donne che mi sento a casa mia. Con le mie donne, naturalmente. Che siete voi. Le sorelle che non ho mai avuto (sono cresciuta circondata da maschi e alla fine anch’io sono diventata un po’ maschio!), ma alle quali ora non potrei rinunciare.
Abbiamo vissuti in comune, con modalità e tempi diversi, con personaggi e interpreti diversi, con strascichi diversi anche, ma spesso ci si ritrova nelle parole di ognuna di noi. Sapete che non giudico e che non sono nemmeno il tipo adatto per dare consigli, posso solo raccontarvi quello che è capitato a me. Io ho deciso di ripartire, ma da me stessa.
Questi pensieri sciolti vogliono danzare liberi nell’aria per arrivare anche a Floriana Buscicchio, Anita Silviano e Daniela Thomas che in questi giorni hanno stimolato parecchio i miei ragionamenti e confido nell’aiuto di Lorenza, la mia metà siamese, per questo. E’ stata soprattutto una battuta di Daniela ad ispirarmi queste riflessioni, un sorriso nato dal mio cuore di “bambina”.
Perchè alla fine siamo solo angeli caduti, con le ali ferite forse e spesso non riusciamo più a spiccare il volo, per quanto ci sforziamo. E i nostri sogni rimangono immagini sbiadite, appiccicate sul muro, come i post-it che ci ricordano i nostri mille impegni. Ci prendiamo cura di, sosteniamo, accogliamo, difendiamo, generiamo, fatichiamo senza un lamento. Siamo figlie, madri, mogli, amanti, amiche, compagne di una vita e di più vite. Ma talvolta vorremmo chiudere gli occhi e lasciare ad altri tutti questi compiti, riprenderci con forza la nostra bicicletta che tutti hanno cavalcato e montarci in sella, correre libere nel vento, come cavalli lanciati al galoppo. Riprenderci i nostri spazi anche e le strade su cui guidare la due ruote. Riprenderci tutti i tramonti che avremmo voluto condividere ma che qualche volta ci sono rimasti in gola, come un urlo strozzato. Riprenderci le nostre vite, ma senza rabbia, con grande tranquillità. Per continuare il cammino verso l’alto e verso tutto ciò che sappiamo ci fa essere migliori.
E anche se talvolta una lacrima scivola giù piano e c’è una gran tristezza che ci opprime ricordandoci che siamo angeli caduti, ritroviamo sempre la nostra forza per rialzarci da terra e, guardandoci negli occhi, sentendoci sorelle, riderci sopra.

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