mercoledì 11 novembre 2009

Come due adolescenti (in risposta ad un amico)



L’odore della crema per le mani, quella che ti metti per fare ancora più morbido un tocco che non ne ha bisogno. Per fare ancora più belle quelle mani che potrebbero trattare.
Ti guardo dormire spiando tra i tuoi sogni. Sabbia bianca e fine e il caldo, il mare dove mi tuffo mentre ti lascio a riva ad aspettare. Aspetti un po’ impaziente con una mezza voglia di tuffarti per continuare il gioco d’amore. Nell’acqua il tuo tocco è sempre uguale e io mi perdo nei movimenti delle tue mani mentre tu affondi nel mio perdermi. I tuoi e i miei sogni, una macchina bianca senza tettuccio che corre con un senso di libertà, lo stesso che ci avvolge e che non è capace di inglobare il mondo. E un bungalow di legno nel quale vivere, scaldati non tanto dal sole ma da noi stessi. Noi, sempre noi e se i secondi ci scoprono in un io-tu, arriva pronta la battuta e di nuovo gli occhi si tuffano in altri occhi, le vite si mescolano, come i desideri. Compagni, di nome e di fatto, l’uno per l’altra, sempre. Compagni nel mondo per il nostro libero pensare, per il nostro viverci cercando di colorarlo e tra di noi, per il nostro voler rendere il mondo un posto comodo. Comodo per noi che abbiamo dato e ora chiudiamo gli occhi, cercando di riposare. Io in te e tu in me.
Fin da quel primo disco che “saltava” e che ci ha ammorbidito i sorrisi, aprendoli ad una diversa disposizione verso il mondo. Io l’ho girato il mondo, anche due volte, mentre tu cercavi di tenere chiusa a chiave quella porta. E quando io mi sono fermata e tu giravi la chiave nella toppa, la fusione è stata immediata. In un crescendo, sole e luna, notte e giorno, Yin e Yang. Come le onde del mare che prendono forza una dall’altra, come un Tai Chi dove nero e bianco sono complementari e uno non può esistere senza l’altro.
Tempo e spazio non esistono, ovunque è solo una bolla che ci contiene, tra centinaia di altri sguardi.
Due adolescenti? Forse, ma con le spalle grandi e pesanti, di chi è un po’ stanco e non ha voglia, proprio non ha voglia, di fermarsi troppo a pensare, a definire. Quello che conta alla fine è il benessere e quell’attrazione che incalza, ogni giorno di più, ogni attimo di più. Come due calamite incapaci di stare lontane, si attraggono, si appiccicano. Si cercano. Senza voler a tutti i costi spiegare perchè, senza rispondere a canoni e luoghi comuni, senza essere efficienti e con la risposta pronta. Noi, bellissimi e imperfetti. Con tutta l’energia che l’amore è capace di dare per mantenere quel noi e non farlo diventare un io con te. Noi nella completa e reale condivisione di tutto ciò che possiamo. Sì, due adolescenti, perchè no? Se gli occhi ci brillano di una luce che illumina anche di giorno, se ci basta tuffarci nell’altro e respirarlo per sentirsi vivi.
Così noi, con un sorriso vero e gli occhi più chiari, con una voglia di rinascere ogni volta, con la voglia di far felice l’altro che è noi. Con tutti i colori, con una sintonia che ci esclude dal resto, capace di fermare il tempo o di farlo scorrere velocissimo. Capace di piegare lo spazio e trovare soluzioni a ogni desiderio, concretezza ad ogni parola detta o sussurrata.
Folli? Forse, perchè della follia abbiamo preso l’azzeramento del tempo e dello spazio. Un sogno? Può essere, ma un sogno dal quale non svegliarsi mai.
Noi, per sempre, vivi.

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