domenica 8 marzo 2009

Siamo solo giornalisti!



Perchè alla fine questo siamo, solo giornalisti! Anche se ogni tanto sembriamo averlo dimenticato.
Abbiamo facilità di scrittura e anche velocità e abbiamo imparato a raccontare quello che vediamo o ascoltiamo. Con parole semplici, in modo che tutti capiscano. Traduciamo per altri cercando di far conoscere cose che nemmeno noi conosciamo bene.
Questo è quanto. Anche se quando lo dimentichiamo ci ergiamo a giudici, dimenticando che, soprattutto ultimamente, siamo diventati degli schiavi. No che non siamo liberi di dire quello che vogliamo, perchè non abbiamo mai avuto un vero contratto, perchè da sempre siamo sottopagati e pagati poco a pezzo e dobbiamo scriverne moltissimi per avere una cifra mensile che assomigli ad uno stipendio. Perchè sembra che gli editori ci facciano un piacere a farci lavorare e non il contrario. Per cui non riusciamo mai a dare un morso alla mano che ci tende il pezzo di pane e per questo, senza una vera consapevolezza, stiamo attenti a quello che scriviamo. Per non scontentare nessuno. Oppure per ingraziarci l'editore che ci offre un contratto.
Poi, quando riusciamo finalmente ad entrare in redazione e ci sentiamo al sicuro, allora dimentichiamo di cosa sia fatto il nostro vero lavoro e non raccontiamo più nulla, ci limitiamo alla nostra patetica idea di odience e ci ergiamo a giudici, dicendo di essere super partes, quando non lo siamo mai. Fatti e sinteticità sono quanto di più lontano da noi.
C'è chi si aggira credendo di essere Il Giornalista, il Montanelli della situazione, ma alla fine ognuno di noi racconta solo ciò che conosce, un pezzo di territorio, un pezzo di Paese. Potremmo fare molto di più, è vero, se solo fossimo capaci di credere ancora. Di essere meno cinici e ritrovare fiducia nella Verità.

1 commento:

  1. Per i giornalisti io nn credo che ci sia un problema contrattuale, io credo invece che ci sia proprio un problema di ignorare la realtà e di costruirne una a propria immagine, quella che più fa comodo a se stessi per esercitare meglio il propiro potere sugli "altri". Si è un problema culturale che nn riguarda solo i giornalisti, ma tutti gli operatori dell'intelletto. Le domande da porsi sono: che ruolo sociale hanno oggi questi mestieri in questa società? Quali valori diffondono tra la popolazione? Stanno vicini al "potere" o lontano da esso?

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