martedì 10 marzo 2009

A proposito di 8 marzo


"L'esistenza delle donne nella mente degli uomini è come un patio che dà sul retro. E l'esistenza delle donne sul lavoro è il patio sul retro della società, il luogo secondario".
Così scrive Marcela Serano in "Noi che ci vogliamo tanto bene" e io trovo che abbia pienamente ragione. Talvolta siamo noi stesse donne che ci ficchiamo in questo ruolo, più o meno consapevolmente. Le sue donne siamo tutte noi, in modo diverso e a latitudini diverse, ma non credo che ci siano altre scrittrici che hanno indagato l'universo femminile come ha fatto lei, come fa tutt'ora. Non credo che siano altre scrittrici che abbiano amato quello stesso universo come fa lei. Descrivendolo con dovizia di particolari, per farlo conoscere, agli uomini e alle stesse donne. Solitamente le scrittrici hanno tra le righe la forte voglia di combattere una "scrittura al femminile", vogliono dimostrare di essere pari agli scrittori. Marcela Serano no, si limita a descrivere e non si possono non amare le sue donne, qualcuna dalla storia oscura, altre più semplici, a volte banali. Sono donne che fanno un percorso, tutte, verso la consapevolezza di se stesse e del mondo. Il linguaggio scelto è quello delle donne.
Sono donne che soffrono, lavorano, combattono per avere dei riconoscimenti, combattono in prima linea nella politica, hanno una certa cultura, sono evolute, amano anche. E cercano la parità, in ogni virgola scritta, la cercano prima di tutto all'interno di se stesse.
Siamo noi, quelle donne e forse, sarebbe ora che iniziassimo ad amare prima di tutto noi stesse.

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