martedì 24 marzo 2009

Comunicazione e linguaggi: prove tecniche di lezione ai liceali



La comunicazione è ciò che ci mette in contatto con il mondo. Noi non viviamo e non possiamo vivere isolati e il nostro relazionarci con l’esterno passa attraverso la comunicazione che è un processo di dare-avere, nel senso che non è univoca. La comunicazione però non è appannaggio dell’essere umano, anche gli animali comunicano e anche le piante lo fanno.
Quello che distingue l’uomo dagli altri primati è il linguaggio che è uno strumento della comunicazione e che l’uomo è stato capace di affinare fino al punto di farlo diventare una forma espressiva. Si pensi ai linguaggi usati nell’arte.
Ci sono vari tipi di linguaggio che dipendono da molti fattori. Cosa voglio comunicare e a chi? Da qui il come comunicarlo e quindi la scelta del linguaggio più appropriato. E’ diverso quando mi rivolgo ad un bambino, è diverso quando l’auditorium è fatto di studenti o di scienziati. Quindi l’adattamento del linguaggio è importante e dipende dal contesto, dal mio modo di essere, dal mio background e anche da cosa voglio comunicare. Pensate al rapporto con i vostri professori.
Il linguaggio è quindi molto importante come lo è la comunicazione, ma occorre avere consapevolezza perchè il mio messaggio sia ben indirizzato e non sia frainteso.
Esaminiamo alcuni tipi di linguaggio:
C’è il linguaggio corporeo che molto dice anche da solo ma che se inserito nel contesto di un discorso mi fa capire l’atteggiamento generale del mio interlocutore. E’ diverso se io vengo qui mi svacco sulla cattedra e inizio a parlarvi svogliatamente. Ma c’è anche quello della danza.
C’è il linguaggio scientifico quello utilizzato anche nei saggi o testi didattici che deve avere una certa autorevolezza. Le parole sono misurate e non c’è spazio per ammiccamenti o emozioni che non siano strettamente riferite all’oggetto.
C’è poi il linguaggio artistico, quello letterario, quello pittorico che utilizza le immagini come del resto quello scenografico o fotografico. Quello musicale che usa i simboli, cioè le note e riesce però a creare atmosfere evocative. Infine c’è quello teatrale e cinematografico che utilizzano varie forme di linguaggi per trasmettere un messaggio, cioè per comunicare. Si usa l’immagine (fotografia-scenografia), il testo cioè i dialoghi, le luci, la recitazione e quindi la corporeità.
La scelta del linguaggio quando vogliamo comunicare qualcosa è molto più importante di quello che pensiamo. Come l’utilizzo delle parole che hanno un senso ben preciso. Le difficoltà incontrate dalla cibernetica vertono proprio sul nostro linguaggio che è analogico e quindi in una frase noi possiamo racchiudere più significati, cosa che non è data fare ad un computer. Noi diciamo “Giochi a tennis?” e in questa domanda ci sono già più significati, può essere una richiesta di informazione, ovvero sai giocare, un invito. Ripensate al vostro rapporto con i professori. Quanti fraintendimenti si generano? Quindi è importante non perdere mai di vista ciò che voglio comunicare e a chi, dai quali dipende poi il come lo comunicherò.
Gregory Bateson, un antropologo, cibernetico e etologo, innovatore della psichiatria nel suo testo “Ecologia della mente” parla della teoria del “doppio-vincolo” o “doppio legame”, ovvero di come una comunicazione contraddittoria (tipica della nostra società) possa generare la malattia psichica (nel caso specifico da lui analizzato, la schizofrenia). Dobbiamo perciò essere consapevoli di tutte queste cose e imparare a comunicare nella giusta maniera, se vogliamo relazionarci con gli altri e con il mondo. Questo non vuol dire che non ci saranno relazioni conflittuali nella nostra vita. Il conflitto fa parte della relazione, ma può essere gestito e superato.

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